La mente creativa, la vera medicina.

Quante volte vi è capitato di sentirvi bloccati in una situazione e non sapere come uscirne?

pensiero creativo
fonte: www.skuola.net

Sono situazioni emotivamente provanti. Di quelle che ti fanno sentire impotente e senza alcuna via d’uscita. Perché? Forse bisognerebbe “ripulire” la mente per trovare una risposta. Da cosa? Da meccanismi inceppati che la bloccano. Gli automatismi, i cliché, i blocchi emotivi. Tutte “incrostazioni” che pian piano appesantiscono il nostro cervello, impedendogli di usare tutte le proprie (e sono infinite) risorse per stare bene.
Ripulire la mente e lasciare spazio alle sue innate capacità creative è fondamentale per il benessere e la felicità. A scriverla così pare facile – e magari, oppressi da mille pensieri credete non lo sia – ed effettivamente lo è. Sviluppare la mente creativa è naturale come respirare, come prepararsi a nascere! Non c’è nulla di più creativo della gestazione, di una vita che si crea e nasce.

Il simbolista Schwaller de Lubicz sostiene che l’encefalo può essere considerato come un feto in gestazione, essendo un organo in continua evoluzione, proprio come un embrione (non a caso, il liquido cefalo-richidiano che protegge l’encefalo è assimilabile al liquido amniotico che avvolge il feto e i plessi corioidei che lo producono somigliano ai villi intrauterini). Un embrione è un concentrato di creatività che fa tutto senza “sapere” nulla. Non fa progetti, non si pone domande, né dubbi. Nella piacevole e ovattata penombra dell’utero materno, l’embrione “crea” sé stesso. Questa attività non termina col parto, dura tutta la vita.

E’ questa attività che fa maturare il cervello, lo rinnova, guida immaginazione ed emotività. E’ questa attività la base delle nostre capacità oniriche e creative, la forza interiore che plasma la personalità. Una forza innata che, quando ci blocchiamo nei problemi, seppelliamo sotto il peso della ragione. Essere dei creative thinker è un po’ come ritornare alle origini di sé.

Significa calibrare bene entrambi gli emisferi cerebrali. Il sinistro, l’emisfero della logica – normalmente più sviluppato nei soggetti razionali -, e il destro, legato all’istinto. Nel processo creativo l’emisfero sinistro si sintonizza sui fatti, raccogliendo e analizzando i dati; l’emisfero destro invece gravita attorno ai dati raccolti e fa incubare le idee, origina le associazioni mentali, sviluppa le intuizioni. A quel punto l’emisfero sinistro elabora le soluzioni. E’ questa la creatività, la perfetta sinergia tra i due emisferi.

Nei momenti di difficoltà ci si dovrebbe affidare a questa forza, per evitare che la mente giri a vuoto fino a un corto circuito. Darle la possibilità di esprimersi è tutto ciò che dobbiamo fare. Come? Fermatevi! Mi vengono in mente le parole di Marco Lombardozzi, omeopata e psicoterapeuta romano che ai tempi dell’università ripeteva – come un mantra – “ricorda che non fare nulla è anche far qualcosa”.

Fermarsi, per fermare i blocchi mentali che fanno utilizzare male le risorse che abbiamo. Fermatevi, dunque, ed allenatevi alla creatività. Un semplice esercizio per farlo, potrebbe essere quello di usare la mano non dominante. La maggioranza delle persone usa la mano destra, il lato del corpo controllato dall’emisfero sinistro. Provare a scrivere con l’altra mano, prendere un piccolo oggetto, crea dei movimenti muscolari inusuali che solleciteranno impulsi elettrici e chimici nell’emisfero cerebrale non dominante.

Il risultato finale potrebbe sorprendervi: nuove associazioni mentali, nuove prospettive e nuove idee. Il pensiero creativo si traduce in benessere psico-fisico. Ci lascia esplorare la nostra interiorità, liberandoci da ogni forma di condizionamento e rendendoci fluidi. Sì, avete letto bene, fluidi! Capaci di adattarci a situazioni nuove, cambiamenti radicali. Capaci di restare in piedi, quando la nostra vita è in frantumi.

Alessandra Maria

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