Memorial International costretta a chiudere: così la Russia mette al bando i diritti umani

Memorial International

La Corte Suprema russa ha ordinato lo scioglimento di Memorial International, una delle più importanti Ong per la tutela dei diritti umani. Continua così la repressione di ogni forma di dissenso in Russia.

Cos’è Memorial International?

Memorial International è una Ong per la tutela dei diritti umani, nata nel 1989 con l’obiettivo di mantenere viva la memoria delle vittime dei gulag, i campi di lavoro correttivi dove venivano imprigionati gli oppositori politici nell’era di Stalin. La Ong fondata, tra gli altri, dall’attivista e premio Nobel per la pace Andrej Dmitrievič Sacharov, si è affermata in Russia come uno dei pilastri della società civile.

Memorial International, nel corso della sua attività, ha stilato un lungo elenco di crimini commessi dall’Urss, smentendo le versioni ufficiali fornite dal governo sovietico. In Russia, la popolazione ha infatti una visione distorta della realtà, credendo che il numero delle vittime della repressione sovietica sia esiguo. Al contrario, si stima che i prigionieri politici rinchiusi nei gulag tra il 1930 e il 1953 siano più di venti milioni.

Memorial International si batte, inoltre, per denunciare le gravi violazioni dei diritti umani provocate dalle guerre russe in Cecenia.

In più, la Ong ha creato un elenco di prigionieri politici in Russia, ritenendo che nel 2021 ve ne siano 420. Nel 2015 i prigionieri politici erano 46.

La classificazione di “agente straniero”

Nel 2006, il governo russo ha classificato Memorial International come “agente straniero”. Il registro degli agenti stranieri comprende tutte quelle associazioni non favorevoli al regime che ricevono finanziamenti da Stati esteri.

Le organizzazioni e gli individui catalogati come “agenti stranieri” hanno l’obbligo di rendere note le fonti di finanziamento e di inserire in tutte le pubblicazioni un disclaimer di 24 parole che indichi, appunto, che queste provengono da un ente o un individuo che ha ricevuto finanziamenti stranieri.

L’obiettivo è quello di limitare il più possibile la libertà di espressione e contrastare il dissenso.

Lo scioglimento di Memorial International

È stato il procuratore generale russo a chiedere, a novembre, lo scioglimento della Ong, ritenendo che questa abbia violato la legge relativa agli agenti stranieri. Stando alle accuse, infatti, Memorial International si sarebbe rifiutata, in più di un’occasione, di inserire il disclaimer nelle sue comunicazioni. Inoltre, secondo le autorità russe la Ong fornisce un’immagine falsa e denigratoria dell’Urss.




Gli attivisti per i diritti umani si sono rivolti direttamente a Vladimir Putin per chiedere di intervenire e mettere fine alle accuse. Tuttavia, il presidente russo si è rifiutato di esprimersi a favore della Ong, dichiarandosi apertamente favorevole al suo scioglimento. La decisione è stata giustificata dal presunto sostegno di Memorial International a organizzazioni terroristiche.

Con queste premesse, martedì 28 dicembre, la Corte Suprema russa ne ha ordinato lo scioglimento.

Le proteste

Da parte sua l’Organizzazione rigetta le accuse mosse nei suoi confronti, sostenendo che solo in pochi casi Memorial abbia omesso il disclaimer nelle sue comunicazioni. Si tratta pertanto di accuse mosse da motivi politici. È per questa ragione che i vertici della Ong hanno dichiarato che impugneranno la sentenza. Oltre che ai tribunali russi, se dovesse essere necessario, si rivolgeranno anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

In ogni caso, fino all’appello, Memorial International continuerà a svolgere normalmente le sue attività.

La decisione della Corte Suprema russa sembrava chiara già prima che questa si pronunciasse ufficialmente. Tant’è che centinaia di sostenitori di Memorial International si sono riuniti davanti alla Corte Suprema, in attesa del verdetto, per dimostrare la loro solidarietà e il loro sostegno all’Organizzazione.

Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale, ha commentato così la decisione dell’autorità russa:

«La sentenza della Corte suprema rappresenta un assalto ai diritti alla libertà di espressione e di associazione. L’uso della legge sugli “agenti stranieri” per sciogliere Memorial International è un attacco alla società civile che ha lo scopo di far sbiadire la memoria nazionale della repressione di stato. Questa decisione dev’essere immediatamente annullata»

La repressione si fa sempre più aspra

Questa decisione è solo l’ultimo atto di un regime che diventa sempre più autoritario. Da anni le violazioni dei diritti umani e la repressione del dissenso sono sotto gli occhi di tutti. Arresti arbitrari, limitazione della libertà di stampa e di espressione e restrizioni dell’attività delle Organizzazioni non governative.

Chiunque esprima posizioni in contrasto col Cremlino è in pericolo. Nell’ultimo anno Alexei Navalny è stato arrestato e avvelenato per motivi politici. E le sue organizzazioni sono state sciolte. Ora è il turno di Memorial International.

Insomma, in Russia la legalità passa attraverso l’oppressione e la privazione delle libertà.

Federica Fiorello

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