In memoria delle Fosse Ardeatine e della resistenza: 80 anni dall’eccidio

memoria delle fosse ardeatine e della resistenza

Il Monumento alle Fosse Ardeatine, situato a Roma, rappresenta un simbolo tangibile della tragedia e della resistenza dell’Italia durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Questo monumento inciso nella roccia, testimonia la memoria delle Fosse Ardeatine, in cui centinaia di persone innocenti furono uccise brutalmente il 24 marzo 1944, in una delle più gravi rappresaglie naziste contro la Resistenza italiana. Oltre a essere un memoriale, le Fosse Ardeatine offrono uno specchio riflettente per esaminare le tensioni e le contraddizioni della storia italiana e della sua identità nazionale.

Ripercorrendo la storia della Seconda guerra Mondiale, passando per la memoria delle Fosse Ardeatine fino al giorno della Liberazione del 25 aprile 1945, l’Italia partigiana si è fatta protagonista di una resistenza che ha plasmato e che plasma la storia dei nostri giorni. Quella stessa resistenza che oggi ci fa riconoscere ogni forma di fascismo, sia vecchio che nuovo, sia evidente che nascosto, in ogni angolo nascosto nel mondo del potere e della violenza. 

L’Italia ideale e la dura realtà

Se l’Italia fosse davvero il paese immaginato nella sua lodata Costituzione, il monumento all’unità nazionale risplenderebbe a Roma, nella memoria delle Fosse Ardeatine. Questo luogo simbolico, inciso nella roccia della storia italiana, racchiude in sé l’essenza del Paese: qui furono uccisi uomini e donne provenienti da tutte le regioni, appartenenti a tutte le classi sociali, di diverse fedi religiose e appartenenze politiche.

Tra le 335 persone uccise alle Fosse Ardeatine di Roma, c’erano cattolici ed ebrei, socialisti e liberali, uomini religiosi e atei, comunisti ed ex fascisti, che avevano collaborato alla dittatura mussoliniana e che poi si erano uniti alla Resistenza dopo l’arresto del Duce nel 1943.

Le Fosse Ardeatine sono un monito contro la violenza e la barbarie, eppure la loro memoria è stata distorta nel corso del tempo. Il motivo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine è quello di aver compiuto il reato di resistenza all’occupazione nazista, in particolare a Roma.

L’inclusione e l’esclusione nella Repubblica Sociale Italiana

Nel contesto della Repubblica Sociale Italiana – o anche Repubblica di Salò – di Mussolini, alleata dei nazisti, gli ebrei venivano considerati stranieri e nemici dello Stato. L’articolo 7 della Carta di Verona, fondamento ideologico del regime fascista, negava loro la cittadinanza e li escludeva dalla protezione dello Stato. Questa visione razzista e discriminatoria condusse alla tragica fine di molti ebrei alle Fosse Ardeatine, estendendo così l’orrore della Shoah anche sul suolo italiano.



Nonostante la Costituzione post-Risorgimento mirasse a creare un’identità nazionale inclusiva e partecipativa, la nostra realtà politica mostra un divario crescente rispetto a quegli ideali. Attualmente, sono al potere coloro che discendono dall’ideologia repubblicana mussoliniana, che condusse alla tragica lista di antifascisti consegnata ai nazisti. Il significato del Monumento e della memoria delle Fosse Ardeatine si trasforma così da simbolo di unità a testimonianza di conflitto, che continua a resistere nel tempo.

La Strage delle Fosse Ardeatine: una tappa nel percorso della Resistenza

Il 24 marzo 1944, nella città di Roma occupata dai nazisti, si consumò uno dei capitoli più bui della nostra storia. L’azione di via Rasella da parte dei partigiani scatenò una reazione brutale da parte delle forze nazifasciste, che pretesero una vendetta sproporzionata, uccidendo centinaia di persone innocenti. Questo evento segnò una tappa cruciale nella lotta per la libertà e la dignità umana.

Ancora oggi molti sono gli studiosi che tentano di collegare, in maniera soddisfacente, la relazione tra l’eccidio alle Fosse e via Rasella. La narrazione ufficiale delle Fosse Ardeatine ha spesso cercato di giustificare la rappresaglia nazista come una risposta legittima all’azione dei partigiani. La storia dimostra che non vi fu alcun legame causale tra l’azione di via Rasella e la strage successiva. La rappresaglia fu una decisione politica volta a ristabilire l’autorità nazista minacciata dall’attività di resistenza della popolazione romana.

L’attacco resistente a Via Rasella infatti, secondo i documenti storici, non fu il primo e unico, ma seguì a molti altri. Oggi si conosce, primo tra tutti, poiché é stato strettamente correlato all’eccidio delle Fosse Ardeatine e alla rappresaglia come punizione dell’azione partigiana.

La memoria delle Fosse Ardeatine: una questione di resistenza

La commemorazione delle Fosse Ardeatine non è solo un atto cerimoniale, ma un’opportunità per riflettere sui valori fondanti della nostra nazione. Come accade ogni 25 aprile, l’interrogativo centrale è su quale fronte ci si trovi: dalla parte dell’oppressione o dalla parte della libertà. La memoria di questo tragico evento serve a scuotere le coscienze e a riaffermare il nostro impegno per una società giusta e inclusiva.

La memoria delle Fosse Ardeatine e della Resistenza non è solo un’esercitazione di commemorazione, ma un’occasione per rinnovare il nostro impegno per la giustizia e la libertà. La Resistenza non è solo un ricordo del passato, ma una lotta che continua anche oggi. Nella nostra società attuale, dove il fascismo si manifesta in forme diverse, è fondamentale riconoscere e contrastare le sopraffazioni quotidiane e le ingiustizie strutturali.

La memoria delle Fosse Ardeatine deve essere sempre alta per una giusta consapevolezza dei processi storici e di quello che potrebbe ritornare, sotto forma di un altro mostro. Le azioni di revisionismo storico e manipolazione sono sempre avvenuti, sopratutto con l’avvento al governo dei post-fascisti, eredi del partito missino fedele al Duce. È il caso delle rivendicazioni nazionaliste di Giorgia Meloni sulle fosse Ardeatine o la giustificazione e minimizzazione di Ignazio La Russa sull’attentato a Via Rasella. 

La giustizia e la memoria: un percorso lungo e complesso per l’antifascismo

Il processo per il massacro delle Fosse Ardeatine fu lungo e complesso, e solo alcuni dei responsabili furono portati di fronte alla giustizia. Le indagini e i processi svelarono i dettagli crudeli e disumani di quell’evento, ma la memoria delle vittime continua a vivere attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e dei loro discendenti. La lotta per la verità storica e la giustizia non si esaurisce mai, poiché la memoria delle Fosse Ardeatine ci ricorda che il passato non può e non deve essere dimenticato.

La storia insegna che la memoria non è un qualcosa di statico, che dobbiamo avere nel cuore come un ricordo malinconico di ciò che è stato. La memoria è movimento, dinamismo, cambiamento per prevenire nuovi pericoli e nuove problematiche. Momenti come la commemorazione delle Fosse Ardeatine, così come quella della Liberazione, devono essere presi come occasione alla partecipazione, alla lotta, alla consapevolezza della realtà antifascista.

È un momento, se vogliamo, anche di autoformazione, per capire gli errori del passato e le conseguenze nel futuro. È sicuramente il modo per riconoscere il potere, nelle sue più nude forme, e la violenza che questo perpetra. L’antifascismo oggi non è solamente quello contro lo storico fascismo mussoliniano, che a stento neanche esiste più; oggi antifascismo è ogni forma di discriminazione razziale, sociale, economica, di genere, etnica. È ogni abuso di potere e ogni forma di colonialismo, sulle terre di altri popoli e sui corpi di altre donne e uomini.

L’importanza della storia nella lotta per la resistenza

La memoria delle Fosse Ardeatine racconta come la resistenza sia ogni giorno, non solo agli anniversari, sopratutto quando si tratta della lotta contro il fascismo, sia sui libri di scuola sia nelle strade. È importante ogni giorno conoscere bene la storia, studiarla per capire chi sono stati davvero gli uomini del passato, e dove si nasconde quel revisionismo storico dei partiti e dei talk shows infimo e dannoso.

La storia è memoria, per non diventare indifferenti, per non rendersi degli eroi nietzcheiani del passato, per non fuorviare ogni forma di repressione e ingiustizia che oggi esiste nel mondo. 

 

Ci hanno sotterrato ma eravamo semi

Lucrezia Agliani

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