Ultimamente non si fa che discutere della foto del corpicino senza vita di Aylan Kurdi, il bimbo siriano restituito dal mare esanime sulla costa turca di Budrum.
Il dolore immenso provocato dalla morte del piccolo è indiscutibile, anche se, persino davanti a questa foto, qualche pazzo esulta di gioia.
Ad alcuni esplode la bontà d’animo solo se queste persone muoiono, ma fino a che sono vivi e vogliono continuare ad esserlo, diventano solo pesi fastidiosi, che magari anni prima hanno osato possedere un cellulare o qualche piccola ricchezza (come se non fosse possibile perdere tutto in pochi istanti, anche la vita) da eliminare senza indugio dalla nostra “civilissima” terra.
In una società come la nostra, in cui non si conosce più il valore delle cose, ma solo il prezzo, bisogna fare attenzione a scegliere le icone, anche se si hanno le migliori intenzioni, e considerare anche l’altro lato della medaglia: la mercificazione.
Mi rendo conto che bisogna pur scegliere, tra tutti i colori, quelli della propria bandiera, ma in casi delicati come questo, si dovrebbe optare per tonalità neutre, altrimenti si dilania quello stesso simbolo, dandolo in pasto al marketing.
Il mondo sembra aver già dimenticato tutti gli altri e probabilmente nessuno baderà troppo al fatto che anche il fratello di Aylan, Galip, 5 anni, e la loro madre, Rihan, 35 anni, siano annegati.
Vivo a Pozzallo, una delle destinazioni più quotate di tutte queste persone – perché stiamo parlando di esseri umani – disperate e vi garantisco che ci sono stati moltissimi bambini, moltissime donne, molti ragazzini e anziani, molti uomini, fin troppi anche, che non sono mai arrivati qui vivi.
Si tratta di vite, non solo testate giornalistiche o slogan buoni per un giorno o due.
Sono vite.
Il termine “Mediterraneo” vuol dire “in mezzo alle terre”, di per sé unite da millenni.
Adesso invece si è trasformato in un enorme cimitero, come mai prima fino a ora, e si pensa a far polemiche.
E’ intollerabile che, per vendere di più, si strumentalizzino così le morti, spesso addirittura manipolate a favore dei razzisti, che non permetterebbero loro neanche la fuga dagli orrori presenti nei loro Paesi.
Ricordare è sempre necessario, ma abusare e manipolare la commemorazione di stragi per ottenere consensi politici o soldi è abominevole.