Quello che diversifica e allontana Melania Trump dalle altre First Ladies
“Il ruolo di First Lady, comportando la presidenza un notevole isolamento fisico, è fondamentale.” Ha scritto Katy Marton nel suo libro: Il potere nascosto. Le coppie presidenziali che hanno segnato la nostra storia.” Se di colpo ci ritrovassimo con una First Lady alla quale guardare solo per gli abiti che indossa, sarebbe una svolta rilevante, con conseguenze credo serie.”
Ma cosa significa, oggi, essere la moglie di un presidente?
Sicuramente, un simbolo, un esempio di comunicazione e confronto, non solamente con l’elettorato femminile.
Michelle Obama è un avvocato diplomatosi alla prestigiosa Harvard Law School, si è data al giardinaggio, sostiene il km0, ha preso parte a competizioni sportive, ha saltato in un sacco di iuta con Jimmy Fallon per sensibilizzare gli americani verso il problema dell’obesità infantile. Ha preso parte attivamente alla campagna elettorale del marito e, in cambio del suo aiuto in questa, si è fatta promettere da Barak Obama che avrebbe smesso di fumare.
Ma a parlare della campagna del marito, Melania dovrebbe fare attenzione. Lei stessa è un’immigrata sul suolo degli Stati Uniti, il che fa sorridere, dato che il marito urla e si dimena per far chiudere le frontiere.
E forse, è proprio per evitare certe incongruenze, che della signora Trump c’è poca traccia anche nell’attività politica del coniuge. Il suo ruolo di First Lady è stato quasi totalmente occupato dalla figlia maggiore di Donald, Ivanka, che è salita sul palco a giugno scorso per l’annuncio della candidatura. Di Melania, l’America non parla, né si mostra stupita del look, della bellezza, di tutta la meraviglia della moglie di cui solo Donald Trump sembra essersi accorto. Neanche l’elettorato femminile, attentissimo agli outfit di Hillary Clinton, sembra riconoscersi in alcun modo nella moglie del miliardario imprenditore che comunque, quasi 2 donne su 3, continuerebbero a non votare.
Ma forse ciò è dovuto anche al fatto che è difficile riconoscersi in una chilometrica donna Slovena dagli occhi di ghiaccio. A maggior ragione, se questa non fa altro che abbellire le notizie biografiche che la riguardano. Di sua madre è stato detto che lavorava nella moda quando invece era impiegata in un’industria tessile statale jugoslava. Di sé stessa, Melania dice di essersi laureata in design ed architettura, facoltà che invece lasciò al primo anno. E sostiene di aver vinto il concorso per modelle Look of the year, quando in realtà arrivò solo seconda. Tutto questo è riportato nel libro di Bojan Pozar e Igor Omerza, minacciati dagli avvocati di Trump per aver scritto qualcosa di altamente menzognero: Melania Trump, la storia segreta.
Quello che i coniugi Trump hanno offerto come esempio di relazione coniugale e che ripropongono a modello di una normale famiglia statunitense, è un rapporto anacronistico, in cui Donald riconosce alla moglie solo il ruolo di colei che deve prendersi cura del figlio Barron di 10 anni. Un rapporto in cui l’uomo è solo un socio investitore nell’attività di famiglia, riconoscente a chi ha sposato solo per avere begli occhi, belle gambe e per averlo munito di un erede maschio che però si rifiuta di portare a Central Park come qualunque papà americano.
Forse questo poteva rappresentare l’America dei tempi in cui Trump è stato bambino, quella degli anni ’50.
Ma oggi, mamme e papà americani, io ci rifletterei due volte prima di scegliere di essere rappresentati da un uomo e una donna così fuori dai tempi. E non solo.