Mein Kampf, dopo settant’anni di “reclusione”, ritorna di nuovo in edicola alla modica cifra di 59 euro.
Il Mein Kampf fu scritto da Hitler durante la sua prigionia nel carcere di Landsberg, dopo il fallito colpo di Stato di Monaco (novembre 1923) e pubblicato in due volumi nel 1925. In esso l’autore esprimeva la sua ideologia politica e il programma del partito nazista; durante la dittatura furono distribuite milioni di copie, il libro veniva addirittura regalato dallo Stato a tutte le copie che si sposavano.
Dopo il suicidio di Adolf Hitler, avvenuto il 30 aprile del 1945, i diritti editoriali del libro divennero proprietà del Ministero delle Finanze del Land bavarese; il governo della Baviera, durante tutti questi anni, ha sempre vietato la ristampa del Mein Kampf, oggi però i diritti del testo sono ormai scaduti.
Nel 2009 è stata avviata una ricerca sul sacro testo del nazionalsocialismo e il gruppo di studiosi ha progettato la ripubblicazione del libro (possibile dal primo gennaio 2016) suddiviso in due volumi, corredato da oltre 3500 note accademiche che mirano a contestualizzare storicamente l’opera di Hitler con lo scopo di mettere in luce gli aspetti propagandistici e storicamente inesatti del testo.
Le opinioni riguardo a questa iniziativa sono piuttosto controverse: da un lato è prevedibile il disappunto, in particolare da parte della comunità ebraica, nei confronti di un’opera portatrice di quelle idee che hanno condotto allo sterminio di milioni di persone; dall’altro lato alcuni studiosi esprimono interesse nei confronti di uno studio filosofico dell’opera accompagnato da critiche.
Il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Josef Schuster, ha commentato così la nuova pubblicazione del Mein Kampf: “Posso ben immaginare che questa edizione commentata criticamente fornisca un chiarimento e consenta di fare luce su quel che di mitico regna attorno a questo libro”.
Sicuramente il libro merita uno studio approfondito e coscienzioso che permetta di comprenderlo pienamente in tutte le sue sfumature. Ovviamente il pericolo è sempre in agguato: coloro che idolatrano Hitler non mancano di certo nonostante gli anni passati e la prova innegabile della sua follia razzista.