Mdma e psilocibina tra ricerca e uso terapeutico in Australia

Mdma e psilocibina sono due droghe psichedeliche leggere comunemente consumate per creare sensazioni artificiali. Fino a pochi decenni fa nessuno riteneva che potessero apportare dei benefici alla salute. Oggi invece diverse ricerche ne hanno mostrato una natura positiva, sebbene non sono ancora del tutto noti gli effetti sulla salute umana. In tutto questo il Governo australiano le ha volute introdurre in ambito terapeutico, ma come possiamo considerare tale decisione?

Legalizzazione per uso terapeutico

Dal primo luglio in Australia tutti medicinali contenti psilocibina, sostanza presente nei funghi allucinogeni, e mdma, conosciuta con il nome di ecstasy, possono essere prescritti da terapeuti autorizzati.

Per farlo il medico dovrà superare un lungo iter burocratico in cui innanzitutto dimostri le sue qualifiche e in secondo luogo specifichi le motivazioni per l’utilizzo delle sostanze e tutti gli effetti dei medicinali. Successivamente dovrà ricevere due licenze: una prima dai Comitati Etici australiani per la Ricerca Umana e un’altra poi dall’Amministrazione dei Beni Terapeutici.

La delibera alla legalizzazione arriva da ABT a seguito di due richieste effettuate dalla Mind Medicine Australia a marzo 2022. Organizzazione non-profit, quest’ultima chiedeva di rendere disponibili mdma e psilocibina in precisi contesti terapeutici ed ha condotto ricerche per tale obiettivo. Le richieste seguono due domande presentate dalla stessa organizzazione il 14 e il 15 luglio 2020 ma rifiutate nel dicembre 2021 dall’autorità australiana, poiché non si capiva quali pazienti fossero i più adatti alle medicine psichedeliche né quale tipo di psicoterapia portasse a risultati migliori. Alla fine si è consentito di utilizzarlo in pazienti che mostrano resistenza ad altre forme di trattamenti.

Queste sostanze stanno entusiasmando i ricercatori poiché alcune ricerche suggeriscono che potrebbero avere effetti benefici immediati e alquanto duraturi contro diversi disturbi psichici. Tuttavia, al momento non si sa in maniera comprovata se ecstasy e psilocibina portino veramente a dei benefici e le perplessità all’interno della comunità scientifica sono numerose. La terapie psichedeliche, pertanto, servono soltanto ad avviare sperimentazioni in un campo nuovo ma che rende speranzosi ricercatori e medici.

Psilocibina e mdma: studi sulla loro natura positiva

Gli studi a riguardo sono condotti in larga parte dalla Johns Hopkins Medicineche ha il più grande centro di ricerca per sostanze psichedeliche al mondo. Ad oggi, diverse sue ricerche mostrano come la terapia a base di psilocibina allevi immediatamente e nel medio-lungo termine i sintomi depressivi resistenti al trattamento, comportamenti ossessivo-compulsivi e altri disturbi di salute mentale.



Mdma e psilocibina, funghi allucinogeni.
Funghi allucinogeni.

Se presa in condizioni controllate, si sostiene che la sostanza possa causare esperienze “spirituali” auto-descritte che generalmente apportano cambiamenti positivi. Nello specifico va a migliorare l’atteggiamento, l’umore e il comportamento poiché sembra elevare una facoltà della personalità nota come “apertura”. Questa comprende la sensibilità, l’immaginazione e l’apprezzamento per i valori e le opinioni altrui e sarebbe collegata alla capacità della sostanza di aumentare la neuroplasticità.

Non a caso da uno studio sembra che la terapia della conversazione, in combinazione l’assunzione della sostanza, migliori significativamente i sintomi della depressione clinica. L’assunzione di sole due dosi ha infatti migliorato l’umore dei pazienti mantenendosi stabile per un anno intero.

La psilocibina ha anche mostrato risultati positivi nel trattamento della cessazione del fumo e dell’anoressia nervosa. La sostanza, peraltro, si è mostrata efficace nell’alleviare la paura e l’ansia nelle persone affette da cancro terminale.

Per quanto riguarda l’mdma, l’ecstasy risulta ideale per trattare rapidamente e nel medio-lungo termine i disturbi d’ansia e da stress post-traumatico. La sostanza va infatti ad aumentare i livelli d’ossitocina, ormone che induce a una sensazione di benessere, promuove le interazioni sociali, riduce ansia, stress e dolore.

Non solo: limita l’accoppiamento dell’amigdala, sede dell’emozioni, con le regioni del tronco cerebrale associate alle paura. In questo modo si permette al paziente di accedere alla memoria traumatica facendolo sentire distaccato dal senso di minaccia imminente e meno insicuro. Anche per questo si ritiene che l’mdma sia utile a curare tutti i disturbi legati a insicurezza tra cui depressione e disturbi alimentari e da sostanze stupefacenti.

Psilocibina e mdma: criticità nelle ricerche

I precedenti studi in primo luogo hanno destato notevole curiosità tra i ricercatori. Aver trovato soprattutto delle sostanze in grado di curare in poco tempo e nel medio-lungo termine un’ampia gamma di disturbi psicologici rappresenta qualcosa di straordinario per la ricerca. Si consideri infatti che la maggior parte degli psicofarmaci sortisce effetti solo se le persone continuano ad assumerli con regolarità e nel lungo periodo.

Proprio per questo non sono mancate perplessità, le quali hanno portato a una serie di rivalutazioni pur comunque non stravolgendo i giudizi sulle ricerche. Si è notato in particolare come a ben guardare non si sia considerato se i risultati siano dovuti a un effetto placebo. Esso si verifica quando un trattamento ha effetti benefici solo perché le persone si aspettano che funzioni. Si è arrivati pertanto a sostenere che l’introduzione delle nuove sostanze, presentate probabilmente come un’innovazione in campo medico, possa aver migliorato la salute in tal senso.

I ricercatori a partire da queste perplessità cercano di condurre studi più accurati per dimostrare la vera natura di mdma e psilocibina. Nelle sperimentazioni i medici somministrano a diversi partecipanti uno psicofarmaco o una delle due droghe, ma a causa dei loro forti effetti non sono in grado di sapere se o meno quest’ultimi hanno ricevuto una droga. In questo modo i ricercatori vorrebbero arrivare a far credere ai beneficiari di aver ricevuto una delle due droghe con ottimi risultati quando in realtà hanno ricevuto uno psicofarmaco.

Si è per giunta sottolineato come i soggetti partecipanti ai test, potrebbero non voler rovinare la ricerca ammettendo che il trattamento non ha funzionato per loro, oppure come i pazienti abbiano contraddistinte nature di un disturbo psichico. C’è anche incertezza sul fatto che gli esiti degli studi clinici possano avere la stessa efficacia nei trattamenti che si seguiranno nella vita quotidiana. C’è infine uno studio che mette in discussione la natura positiva di mdma e psilocibina.

Come possiamo considerare gli studi su entrambe le droghe?

Alla luce dei limiti degli studi, non si ha ancora chiarezza riguardo la loro effettiva natura. Con questi limiti, tuttavia, non s’intende dire che la ricerca sui due psichedelici sia inutile, la quale malgrado tutto risulta ancora promettente. È un campo che si presenta ancora inesplorato, il quale non è supportato sufficientemente da ricerche approfondite sugli effetti chimici di mdma e psilocibina. Sia da una parta che dall’altra, la certezza complessiva delle prove è bassa o molto bassa come evidenziato da una recente revisione.

Fintanto che non verranno condotte ulteriori ricerche, può darsi che i trattamenti psichedelici rivoluzioneranno la cura dei disturbi psichici e non comporteranno danni inaccettabili, oppure che mdma e psilocibina si riveleranno sostanze pericolose. Non possiamo dire nulla con certezza ma possiamo sperare in una nuova forma di terapia.

Al momento comunque la ricerca procede in modo molto lento, sia perché non c’è un notevole interessamento da parte delle istituzioni pubbliche sia perché si riscontrano difficoltà nelle sperimentazioni. Pertanto, la decisione dell’Australia di legalizzare mdma e psilocibina segnala qualcosa di nuovo, un interessamento che potrebbe generare frutti. Ad oggi, l’Australia è il quarto Paese a usare le sostanze con scopi terapeutici. Precedentemente avevano fatto lo stesso lo Stato canadese dell’Alberta, Israele e lo Stato americano dell’Oregon.

Gli studi inoltre stanno aumentando e la ricerca sembra andare nella direzione di queste droghe.

Nicola Scaramuzzi

 

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