Il Centro di ricerca psichedelica MAPS (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, California) ha raccolto i 30 milioni di dollari necessari a completare la ricerca sulla psicoterapia assistita da MDMA (conosciuta anche come ecstasy) per il Disturbo post-traumatico da stress (PTSD).
Finanziato da importanti investitori e filantropi MAPS ha ora i fondi utili per richiedere l’approvazione da parte della FDA (Food and Drug Administration) prevista per il 2023.
La sola psicoterapia non è sufficiente per trattare il PTDS
Il Disturbo da stress Post-Traumatico (PTSD) interessa circa 8 milioni di persone solo negli Stati Uniti. Stati di ansia, fobia, flashback e insonnia rendono invalidante la vita di chi ne è colpito. Attualmente la psicoterapia è considerata il miglior trattamento ma il 72% dei pazienti al termine della terapia non raggiunge la guarigione completa.
Rick Doblin fondatore del Centro MAPS, da circa 30 anni studia gli effetti delle sostanze psichedeliche come Marijuana, LSD ed Ecstasy sul trattamento dei disturbi mentali. Il ricercatore si è posto l’obiettivo di trovare una terapia efficace al disturbo da stress post-traumatico.
Che relazione esiste tra MDMA e psicoterapia ?
L’ MDMA è conosciuta comunemente come Molly o Ecstasy, la “droga da festa” che fa ballare per tutta la notte. I ricercatori della California hanno però scoperto che al di fuori dei “party” è un “eccellente facilitatore” in psicoterapia.
La sostanza psichedelica è in grado di aumentare la sensazione di benessere e di fiducia del paziente, rendendo più facile il legame con il terapeuta. L’assunzione di MDMA modifica inoltre il flusso sanguigno in alcune aree specifiche del cervello (dove si trovano i ricordi) facilitando l’ elaborazione del trauma.
Ma non è finita qui.
L’ esperienza con l’ecstasy aiuta la “ristrutturazione cognitiva” in modo naturale. Durante il trattamento i ricordi spiacevoli sorgono spontaneamente e il terapeuta può aiutare il paziente a identificarli e a superarli.
Raccolti i fondi necessari per la Fase III
Compiendo un’impresa storica l’organizzazione no-profit di Doblin ha raccolto 30 milioni di dollari per completare la fase finale necessaria per l’ approvazione del FAD. Per garantirsi il finanziamento MAPS ha collaborato con la “Psychedelic Science Funders Collaborative “, un gruppo di filantropi sostenitori della scienza psichedelica.
Fortunatamente, gli studi della Fase I e II hanno impressionato anche alcuni facoltosi investitori che hanno donato migliaia di dollari per il “bene comune”. Questo successo inaspettato ha sorpreso lo stesso Prof. Doblin, che in un’ intervista a “Psychology today” ha affermato:
“Malgrado la pandemia Covid-19 e il tracollo finanziario globale abbiamo finalmente raccolto i 30 milioni di dollari di cui avevamo bisogno per completare i nostri studi di Fase III. Questo fatto è assolutamente sorprendente per noi.”
I risultati sorprendenti dei primi studi su MDMA e psicoterapia
Nel giugno di quest’anno l’organizzazione MAPS ha pubblicato i risultati completi degli studi effettuati dal 2004 al 2017.
I ricercatori hanno confrontato i pazienti sottoposti a psicoterapia assistita da MDMA con quelli trattati dalla sola psicoterapia o con una bassa dose della sostanza.
Al controllo dopo due mesi il 56% dei pazienti che avevano assunto dosi più elevate di MDMA è stato dichiarato guarito, ma la scoperta più interessante arriva dalla verifica a 12 mesi.
Dopo un anno i casi di guarigione hanno superato il 67% dei pazienti dello studio e questo dimostra che i benefici dell’ MDMA in psicoterapia continuano anche dopo la fine del trattamento.
Davanti ai risultati inaspettati del MAPS, la FDA ha dichiarato la terapia psichedelica un “trattamento rivoluzionario” concedendo a Doblin di proseguire con la Fase III . La comparsa del COVID-19 ha però causato il rallentamento della sperimentazione, rimandando la probabile approvazione da parte della FDA all’inizio del 2023.
La terapia psichedelica porterebbe benefici a livello mondiale
Indipendentemente da quando sarà approvata la psicoterapia assistita da MDMA, Doblin e i suoi colleghi sono ottimisti riguardo al futuro.
La terapia psichedelica potrebbe aiutare milioni di persone a riprendersi da traumi debilitanti e far risparmiare migliaia di dollari spesi per i farmaci convenzionali a lungo termine. Dello stesso parere sono alcuni dei più importanti uomini d’affari e investitori, il cui interesse per le sostanze psichedeliche a uso medico pare renderli sempre più “generosi“. In molti sono convinti che sia proprio ciò che serve in questo momento, visto che la pandemia Covid-19 ha peggiorato notevolmente la fragilità mentale delle persone in tutto il mondo.
La rivoluzione psichedelica, a basso costo e a breve termine potrebbe essere arrivata nel momento giusto.
Silvia Mulas