Trionfa con più dell’85% dei voti il sì al referendum costituzionale tenutosi il 5 agosto in Mauritania. Secondo la Commissione elettorale l’affluenza si è attestata al 53%. Il risultato è stato subito contestato dall’opposizione, che ha boicottato il voto ritenendo il referendum un tentativo da parte del Presidente Mohamed Ould Abdel Aziz di violare le libertà democratiche del suo popolo.
La riforma mirava principalmente ad abolire il Senato sostituendolo con dei Consigli regionali, modificare il sistema elettorale in senso proporzionale e adottare una nuova bandiera. Adesso, alla bandiera verde con la mezzaluna gialla, sono state aggiunte due strisce rosse per commemorare il sangue versato per la patria.
La consultazione popolare è stata preceduta da violenti scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti dell’opposizione. L’ultima grande manifestazione si è tenuta nella capitale Nouakchott lo stesso giorno del voto ed è stata brutalmente repressa dalla polizia.
L’opposizione sostiene che questo referendum sia un primo passo del Presidente Abdel Aziz verso l’eliminazione del limite a due mandati. Quest’ultimo ha dichiarato di non avere intenzione di estendere la durata del proprio mandato presidenziale e ha definito la riforma un passo avanti nel miglioramento dell’amministrazione del Paese. Ha inoltre affermato che concedere maggiori poteri al Presidente gli permetterà di portare avanti i cambiamenti necessari alla Mauritania e ha definito il Senato come “una istituzione troppo costosa”.
Abdel Aziz, ex generale, è in carica dal 2009 (e confermato con il voto nel 2014), da quando guidò un colpo di stato contro l’allora Presidente Sidi Mohammed Ould Cheick Abdallahi, eletto democraticamente.
Rimane comunque una riforma costituzionale sulla quale si può discutere, soprattutto alla luce dei recenti tentativi di modifica della Costituzione avvenuti in Italia, ma per l’opposizione è soltanto un nuovo strumento del Presidente per ridurre il peso delle opposizioni in campo istituzionale.
Ora il Presidente Mohamed Ould Abdel Aziz ha il potere necessario per plasmare il Paese secondo la sua volontà e raggiungendo l’ideale di Stato che da anni persegue. La Mauritania è una Repubblica islamica alleata dell’occidente nella lotta all’espansione di gruppi terroristici nel Sahara e nella quale permane l’istituto della schiavitù nonostante tre ondate di abolizione (1905,1965,1981) e la sua anacronistica criminalizzazione nel 2007.
Davide Cocconi