Matteo Salvini, Caso Diciotti: il M5S dice no al processo

Matteo Salvini, Caso Diciotti: il M5S dice no al processo

Il voto sulla piattaforma Rousseau si è concluso alle 21,30 del 18 febbraio 2019, il 60% dei votanti si è espresso contro l’autorizzazione a procedere con il processo contro Salvini per il Caso Diciotti.

“In democrazia il popolo è sovrano, ringrazio Di Maio per la correttezza” questo il commento a caldo del ministro degli Interni Matteo Salvini. Nella giornata di ieri sulla piattaforma del Movimento 5 Stelle hanno votato in 53.417, nonostante il rinvio di un’ora per le difficoltà del sistema.

Tuttavia dopo l’intoppo iniziale, come scrivono su Repubblica, è stato possibile procedere con la votazione. Il sistema ha però permesso l’accesso senza la verifica Otp, ovvero la one time password necessaria a identificare con certezza l’utente. Dal quotidiano giunge poi un altro dubbio: abbiamo votato veramente? Sì perché a votazione avventa è mancata la conferma della registrazione da parte del portale.

Luigi di Maio da parte sua si dice soddisfatto del lavoro del portale Rousseau, sottolineando come ancora una volta si sia dimostrato vincente il loro sistema di partecipazione diretta. Con il risultato ottenuto “i nostri iscritti hanno valutato che c’era un interesse pubblico nella questione Diciotti” commenta il vicepremier grillino.



Caso Diciotti

Nella notte del 20 agosto  il pattugliatore Della Guardia costiera italiana, la Nave Diciotti, attracca a Catania con a bordo i 177 migranti salvati al largo di Lampedusa, tra il 15 e il 16 agosto.  Nessuno tuttavia abbandonare la nave.  Sul molo a impedire lo sbarco ci sono infatti carabinieri, polizia e guardia costiera. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è fermo sulla sua posizione: l’Italia non permetterà a nessuno di sbarcare fino a quando l’Unione europea non avrà aderito all’accordo sulla ripartizione dei migranti nei vari Paesi.

Il pm Luigi Patronaggio, nel frattempo giunto sul posto, ispeziona l’imbarcazione e trova una situazione critica, apre quindi un’inchiesta da prima contro ignoti e poi contro Salvini e  il suo capo di gabinetto con l’accusa di sequestro di persona. Intanto il 22 agosto nel bel mezzo di una polemica politica arriva il via libera per lo sbarco dei 27 minori non accompagnati presenti sulla Diciotti. Quattro giorni dopo anche gli altri migranti presenti sul pattugliatore possono scendere. A Settembre viene recapitata a Matteo Salvini una lettera della Procura di Palermo nella quale si rendeva noto al ministro di essere indagato per sequestro di persona aggravato.




I giudici chiamati a pronunciarsi sul caso chiedono l’archiviazione, respinta dal Tribunale dei ministri di Catania. Il Tribunale chiede poi al Senato , con una relazione di 53 pagine, di procedere contro Salvini per sequestro aggravato dall’abuso di potere. L’iter per approvare questa richiesta parte il 30 gennaio 2019 dalla Giunta ad hoc. Il voto è previsto per il 23 gennaio 2019 e determinante sarà la decisione dei senatori del M5S, ben 7 all’interno della Giunta. Il voto decisivo spetterà tuttavia all’Aula, che dovrà pronunciarsi sulla questione entro il 24 marzo.

La posizione di Salvini

Il vice premier Matteo Salvini ha mantenuto durante l’intera vicenda un atteggiamento di sfida, sicuro della legittimità della sua decisione. Dopo aver aperto la lettera della procura in diretta Facebook ha poi scritto una lettera al Corriere della Sera nella quale spiegava le sue ragioni. Affermando che il processo sul Caso Diciotti non dovrebbe essere fatto. Questo il commento del ministro degli Interni: “Sono convinto di aver agito nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. -aggiunge poi- Per questo rifarei tutto e non ho intenzione di mollare”.

Dopo il voto dei tesserati del Movimento Cinque Stelle non ci resta che aspettare la decisione della Giunta, composta in tutto di 23 membri: oltre ai ministri del M5S ci sono 4 Forza Italia, 2 del gruppo Misto, 1 Fratelli d’Italia, 4 PD, 4 Lega e 1 Autonomie.

Emanuela Ceccarelli

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