Mattarella alla guerra

Martedi 28 marzo l’inquilino del Quirinale sarà ospite d’onore dell’aeronautica militare, alla base di Gioia del Colle, giorno in cui si celebreranno i 94 anni dalla fondazione. L’arma azzurra, però, vanta una macchia indelebile: la strage di Ustica (81 vittime tra cui undici bambini, e poi una ventina di suicidati che sapevano troppo). Ironia della sorte: proprio l’avamposto bellico pugliese usato dagli “alleati” USA per alimentare la guerra nel Medioriente, è stato il teatro dietro le quinte per il depistaggio sulla Sila nel luglio del 1980, su regia della CIA e del Sismi, nonché dell’allora Sios aeronautica. Proprio a Gioia in congelatore era occultato il cadavere do un individuo che fu fatto ritrovare in un Mig a Castelsilano per alimentare la messinscena libica. L’Italia nel 2016 ha dilapidato ben 30 miliardi di euro in spese militari.

Sergio Mattarella in qualità di capo di uno Stato tricolore a sovranità ormai azzerata (non limitata), nonché di capo del consiglio supremo di difesa, già ministro della guerra nei governi D’Alema e Amato fra il 1999 e il 2001, suggellerà con la sua presenza un momento impegnativo per i caccia intercettori Eurofighter Typhon e i suoi piloti impegnati nella “missione” NATO di sorveglianza e difesa dello spazio aereo addirittura dell’Islanda.

Per la cronaca il Mattarella è stato quel ministro della “difesa” che ha minimizzato gli effetti mortali dell’uranio impoverito sui soldati italiani impegnati nella guerra nei Balcani, che in seguito hanno perso a migliaia la salute e tanti purtroppo anche la vita. Ed è sempre quel ministro che non ha obiettato nulla allo scarico di migliaia di bombe radioattive nel mare Adriatico (mai recuperate), da Grado a Santa Maria di Leuca, come ho documentato in una mia inchiesta pubblicata dal settimanale AVVENIMENTI  nel 1999, e poi in un successivo mio approfondimento sul settimanale LEFT nel 2007.

 

Gianni Lannes

Exit mobile version