Il matrimonio è uno degli eventi più importanti della nostra vita, non è un caso se viene definito “il grande giorno”. Ma, oltre allo stress e al trambusto dovuti ai mille preparativi da dover tenere in conto, una volta compiuto “il grande passo” e passata l’eccitazione iniziale, cosa succede ad una coppia?
A dare una risposta a questa domanda ci ha pensato una ricerca dell’Università della Georgia, negli Stati Uniti. Lo studio è stato condotto su 169 coppie eterosessuali ed ha avuto luogo in tre momenti: dopo i primi 6 mesi, dopo i primi 12 mesi e dopo i primi 18 mesi di matrimonio. Le domande sottoposte alle coppie interessate sono state le stesse per ognuna delle 3 tappe considerate. I risultati ottenuti da questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Developmental Psychology.
I quesiti posti riguardavano alcuni aspetti fondamentali della personalità di ogni individuo: estroversione, coscienziosità, gradevolezza, apertura e stato nevrotico. Stando alle risposte date dalle coppie interpellate, il matrimonio cambia la personalità, in particolare gli effetti di questa trasformazione sono cinque: nelle donne si è notato una minore apertura (intesa come disponibilità ad interessarsi agli altri) e una minore ansia; negli uomini sono invece emerse una maggiore coscienziosità ed una minore estroversione. Entrambi mostrano una minore gradevolezza, ossia la propensione a manifestare gentilezza, comprensione e calorosità. I risultati emersi dalla ricerca sono uguali a prescindere dall’età della coppie, dalla durata della loro relazione o dal loro stato prima del matrimonio. Dunque i ricercatori sono giunti alla seguente conclusione:
“Nel loro insieme queste scoperte indicano che le personalità dei coniugi appena sposati subiscono cambiamenti significativi durante i primi anni e questi cambiamenti sono associati anche a quelli nella soddisfazione coniugale”.
Non sappiamo se il matrimonio sia o meno “la tomba dell’amore”, ma di sicuro il matrimonio cambia la personalità della coppia. Tali cambiamenti incidono ovviamente sul rapporto. La ricetta per una relazione duratura, stabile e felice non ce l’ha nessuno, ma qualcuno ha provato a scrivere la formula dell’amore perfetto.
Tale formula è stata scritta dallo psicologo John Gottman (professore emerito presso l’Università di Washington). Ci ha lavorato su sin dagli anni Novanta: lo studio prendeva in esame coppie appena convolate a nozze, i due coniugi discutevano per 15 minuti, mentre i ricercatori li osservavano annotando gesti, sorrisi e scambi di effusioni. Ogni gesto affettuoso faceva guadagnare dei punti, mentre ogni gesto d’insofferenza li faceva perdere. Tali coppie sono state poi riviste negli anni successivi. Cosa ne è venuto fuori? I dati ottenuti sono stati elaborati da Gottman e James Murray (matematico presso la stessa università) e ne hanno ricavato “l’equazione dell’amore perfetto”. Attraverso questa formula si quantificano reazioni positive e negative di marito e moglie durante un dialogo. Il successo e la durata di un rapporto dipendono dalle reazioni di lei e lui nei confronti dell’altro.
“Per la donna: d è l’umore quando è sola; rDDt è l’umore quando c’è il marito; IUD(Ut ) è l’influenza esercitata dal partner. Nella formula per lui: u è l’umore da solo; rUUt è l’umore quando c’è lei e IDU(Dt ) l’influenza di lei”.
Cosa ci dice questa formula dell’amore perfetto? L’elemento fondamentale di ogni rapporto di coppia è il dialogo. Piuttosto che tenersi tutto dentro per giorni, settimane, mesi o addirittura anni, sarebbe meglio parlarne con la propria dolce metà, ma in maniera tranquilla, senza accendere i toni, altrimenti si sfocia in un litigio. Difficile mettere in pratica questo ‘precetto’? Sicuramente. Vale la pena di provarci? Assolutamente sì. Un rapporto sereno e stabile migliora l’umore e fa bene alla salute di entrambi.
Carmen Morello