La gravidanza fuori dal matrimonio è un evento che può trasformarsi in una tragedia familiare, in paesi molto tradizionalisti come il Vietnam. Un’onta che ricade non solo sulle donne ma su tutto il parentado. Allora meglio ricorrere al matrimonio riparatore con lo sposo in affitto, per poi divorziare un secondo dopo.
Una pratica che nel paese del sud est asiatico si sta diffondendo con estrema velocità. Soprattutto tra le classi più agiate, quelle che stanno beneficiando dei vantaggi economici del capitalismo in versione socialista.
Matrimoni riparatori: le agenzie specializzate
Con una spesa nemmeno troppo eccessiva, basta rivolgersi a una delle tante agenzie come Vinamost, in grado di organizzare la cerimonia prima che scada il terzo mese di gravidanza, per evitare l’imbarazzo dell’abito nuziale deformato dal pancione. Il mercato è florido. In Vietnam il benessere sta occidentalizzando gli usi e costumi del paese. I rapporti sessuali durante il fidanzamento diventano sempre più comuni. Ogni anno in Vietnam ci sono oltre 300 mila aborti. Per non parlare del numero cospicuo di uomini che messi difronte alla paternità inattesa decidono di darsela a gambe levate. Ecco perché le agenzie e gli intermediatori specializzati nei matrimoni riparatori continuano a spuntare come funghi.
Il loro lavoro sta nel mettere in piedi in modo impeccabile il rito e la festa nuziale. Ogni dettaglio è pensato in anticipo: dagli invitati alla torta, dalla musica al sacerdote della religione abbracciata dalla sposa. Senza dimenticare naturalmente il dettaglio più importante: lo sposo a noleggio che costa 1.500 euro dei 4.500 necessari per l’intera operazione, la quale prevede anche i consuoceri, i testimoni e il falso parentado del futuro marito, sempre in affitto.
La condizione delle donne in Vietnam
Avere un figlio di padre ignoto o fuggitivo rappresenta una macchia indelebile nell’esistenza della donna vietnamita.Oltre alla vergogna e all’eventualità d’essere additata per il resto dei suoi giorni, esiste l’eventualità purtroppo non remota di dovere abbandonare gli studi, se non addirittura il quartiere o il villaggio. Il progresso e le recenti conquiste culturali del Vietnam non hanno ancora eliminato la condizione di inferiorità delle donne e la tradizione che le vuole vergini all’altare.
Allora meglio un matrimonio finto e il successivo divorzio, con buona pace di tutti gli attori, che la vergogna del sesso fuori dal matrimonio con prole. Tanto più che il prezzo non comprende l’obbligo della prima notte. Salvo imprevisti innamoramenti dell’ultima ora.
Michele Lamonaca