Tra circa un mese verrà rilasciato nelle sale cinematografiche una nuova pellicola del regista russo Alexei Uchitel– che già ha all’attivo numerosi film, alcuni vincitori di importanti riconoscimenti, anche a livello internazionale-, Mathilda.
Il film, che racconta la vita della una ballerina russa di origini polacche Matil’da Feliksovna Kšesinskaja, vissuta tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, sta già facendo parlare molto di sé:
La ragione è presto detta: la bella Mathilda, infatti, più che per il suo- seppur eccezionale- talento artistico, era nota per la sua relazione con l’ultimo imperatore di Russia, Nicola II Romanov.
Quest’ultimo- padre della celeberrima Anastasia e conosciuto altresì per aver avuto Rasputin come consigliere-, un tempo conosciuto come Nicola il Sanguinario, dopo essere stato brutalmente assassinato con la sua famiglia a seguito della Rivoluzione d’ottobre, è stato oggi ampiamente rivalutato nell’immaginario russo: dal 2000 lo zar viene venerato dalla Chiesa ortodossa russa come santo, imperatore martire e grande portatore della Passione, la cui ricorrenza viene celebrata il 17 luglio; a lui sono dedicati vari santuari, il principale ad Ekaterinburg, dove morì.
La tradizione popolare russa, dunque, vede in Nicola II una figura venerabile, devota allo Stato ed alla famiglia, in particolare alla moglie Alice d’Assia. E per questo l’uscita di Mathilda, sua amante, che grazie alla sua influenza sullo zar riuscì addirittura a diventare “prima ballerina assoluta” dei Teatri imperiali (arrivando perfino a far dimettere il relativo direttore, Volkonskij) contro la volontà del suo coreografo e maestro Marius Petipa.
Il film, insomma, prevalentemente incentrato sull’amore tra Mathilda e Nicola II, già per il tema prescelto ha allertato l’opinione pubblica russa; ed ha fatto ancor più parlare di sé quando, lo scorso anno, è stato rilasciato il trailer ufficiale, che contiene alcune scene erotiche.
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Così, il movimento pubblico “King’s Cross“ si è fatto prontamente avanti, bollando la pellicola come “una distorsione di eventi storici“, nonché “una provocazione anti-Russia ed anti-religione in campo culturale“. Ed ancora, a seguito di una richiesta da parte della ministra Natalia Poklonsakaya, notoriamente molto devota allo “Zar Santo“, la Procura Generale russa ha disposto una preventiva visione del film incriminato, non rilevando, però, alcuna violazione.
C’è da dire anche che il Presidente del comitato parlamentare per la cultura, il regista Stanislav Govorukhin, ha criticato la scelta della pubblica accusa di valutare, prima dell’uscita del film, se censurarlo o meno, asserendo che cose di questo genere vadano stroncate sul nascere; del resto, anche al Cremlino non tutti erano convinti della bontà e sensatezza della mozione della Poklonsakaya.
Eppure, ancora, il Ministro della Cultura russo ha dichiarato che, a pellicola completata, si deciderà se rilasciare o meno al regista le autorizzazioni del caso; ed è dello scorso dicembre la notizia che la Procura generale (nuovamente su richiesta della Poklonsaya) effettuerà un’ispezione dello script, per verificare, al suo interno, la commissione di eventuali illeciti che oltraggino la memoria dell’imperatore.
La questione, però, non sembra destinata a rimanere tra le mura della Procura, o solo sulla bocca di pochi membri della classe politica: a San Pietroburgo, membri della Chiesa ortodossa russa organizzano marce di protesta contro il rilascio di Mathilda; due importanti sale cinematografiche hanno annunciato che, a seguito di minacce di fanatici ortodossi (tra cui un furgoncino carico di bombole di gas che il 4 settembre è stato lanciato contro il cinema Kosmos di Ekaterinbrg), hanno deciso di non trasmettere la pellicola.
Da più parti si richiede di censurare il film, ma non mancano voci– seppur fortemente critiche contro la pellicola di Uchitel- che si esprimono in senso contrario: il direttore dell’ufficio della Casa Imperiale russa, Alexander Zakatov, nonostante abbia definito il film “blasfemia“, ha sostenuto che sollevare uno scandalo e censurare Mathilda siano azioni insensate. Allo stesso modo si è espresso, il vescovo di Yegoryevsk, Tikhon, che vede come approccio corretto piuttosto quello di ammonire su ciò che è giusto e ciò che non lo è, per far sì che la pellicola venga vista con occhio critico.
Non sono mancati nemmeno attentati ai danni del regista Uchitel: ad agosto è stato appiccato il fuoco agli studios di San Pietroburgo, dove hanno sede i suoi uffici; l’11 settembre, sempre nello stesso luogo, ignoti hanno incendiato due auto. Si sono registrate, poi, anche pressioni via via più violente nei confronti dei distributori di Mathilda.
Dal canto suo, Uchitel si mostra risoluto:
“Non possono vietare il mio film, non hanno semplicemente diritto di farlo”.
Si dichiara sicuro di riuscire ad evitare la censura, continuando: “Se poi sarà il caso, ben venga un dibattito pubblico: sapevo che poteva alimentare delle discussioni e sono pronto ad affrontarle”.
Le tensioni, naturalmente, crescono con l’avvicinarsi della data prevista per il rilascio del film. Siamo ormai agli sgoccioli, ma la questione rimane aperta: riuscirà Mathilda ad arrivare al grande pubblico, così che questo possa in prima persona giudicarlo, o rimarrà intrappolata nelle maglie della censura?
Lidia Fontanella
i russi sono sempre stati dei maestri nel raccontare storie…
Un film che farà sicuramente scandalo!