“È un reato grave, più grave della pedofilia” queste le dure parole del Presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, impegnato insieme al suo partito in una lotta per far sì che la maternità surrogata in Italia diventi un reato universale. Ritorna il dibattito sulla “commercializzazione” di donne e bambini.
La “gestazione per altri”: cos’è e da che leggi è regolamentata
Sempre più diffusa, la maternità surrogata, chiamata anche “gestazione per altri” o, volgarmente, “utero in affitto”, è una tecnica di procreazione assistita. Questa coinvolge una “madre surrogata” incaricata di portare avanti la gravidanza per conto di una coppia eterosessuale, omosessuale o di un singolo individuo (definiti “genitori intenzionali”).
La pratica della maternità surrogata è vietata in Italia ai sensi della Legge n.40 del 2004 che regola ogni ricorso alla procreazione medicalmente assistita. Oltre che sancire l’esclusività della procreazione assistita a coppie eterosessuali, l’articolo 12, comma 6 della legge recita:
“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro“.
La legge, tuttavia, non concerne coloro che decidono di recarsi all’estero. Infatti, il principio di reciprocità stabilisce che un atto non può essere giudicato un reato se questo è considerato legittimo nel paese in cui è stato commesso. Questo il tallone d’Achille della legge su cui Fratelli d’Italia vuole intervenire: già nella primavera del 2022 Giorgia Meloni aveva avanzato la proposta di rendere la maternità surrogata un “reato universale“. Questa etichetta classificherebbe la pratica come un crimine tanto grave da permettere allo Stato italiano di punirlo anche se commesso al di fuori dei propri confini nazionali.
Il dibattito politico sulla maternità surrogata in Italia
Negli ultimi mesi, il dibattito si è riacceso di fronte a due eventi:
- La bocciatura da parte della Commissione Politiche dell’UE, lo scorso 14 marzo, di un regolamento avanzato dalla Commissione europea concernente le norme di diritto internazionale sui figli, volto a diminuire il potere decisionale dei singoli stati in materia.
- Lo stop alla registrazione automatica all’anagrafe dei figli di famiglie omogenitoriali in seguito ad una sentenza della Corte di Cassazione. Di fronte a questa, il 13 marzo il sindaco di Milano, Beppe Sala, non ha potuto fare altro che obbedire. Lo Stato italiano riconoscerà così i figli minori di padri che hanno fatto ricorso alla maternità surrogata, e non solo, come figli di uno solo dei due genitori, venendo privati di importanti diritti civili, sociali e patrimoniali.
In questo scenario, la questione sulla maternità surrogata in Italia e la Legge n.40 vengono risollevate. La proposta di legge, avanzata quasi un anno fa dall’attuale Presidente del Consiglio, torna ora sul tavolo di discussione.
Particolarmente forti ed enfatiche le dichiarazioni degli esponenti di Fratelli d’Italia. Federico Mollicone afferma che “le donne non sono oggetti da affittare e che i figli non si comprano”. La Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, sostiene che “L’utero in affitto è un mercato dei bambini”.
Ovviamente non mancano le risposte dell’opposizione di cui si fa portavoce il deputato del Pd Alessandro Zan:
“La gestazione per altri in Italia è vietata, la destra e il governo strumentalizzano questo tema per negare ogni straccio di riconoscimento a più di 150mila bambine e bambini che oggi sono discriminati e hanno meno diritti dei figli di Meloni e Salvini. Siamo di fronte a un linguaggio d’odio che parte dalle istituzioni e può avere effetti devastanti nella società.”
Una stretta per la protezione dei diritti di donne e bambini?
Le dichiarazioni di Federico Mollicone e di Eugenia Roccella sembrano volte a difendere quelle che, secondo loro, sono parte lesa della questione: le madri surrogate e i bambini nati attraverso tale procedura. Siamo sicuri, tuttavia, che non si tratti solo dell’ennesimo tentativo della destra italiana di mettere alle strette le famiglie arcobaleno in favore della famiglia del Mulino bianco? Così lascerebbe intendere la breve intervista di Sky tg24 a Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio, che dice la sua riguardo il dibattito sulla maternità surrogata in Italia:
“Nessun bimbo ha mezzo diritto in meno rispetto a nessun altro. A meno che qualcuno non pensi ad iniziative come utero in affitto o adozioni omosessuali”.
Dunque, i diritti di un bambino sembrano subordinati al modo in cui viene concepito. Eppure, la Costituzione italiana stabilisce che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali“ (articolo 3).
Degne di attenzione sono anche le parole di Eugenia Roccella che parla di una “mercificazione e schiavitù del corpo femminile”. Se è indubbia oggi la formazione di un vero e proprio “mercato” della maternità surrogata, soprattutto in quei paesi dove la legislazione è particolarmente concessiva, è sicuramente riduttivo definirlo uno “sfruttamento”.
Il panorama internazionale: differenze con la maternità surrogata in Italia
Diverse madri surrogate dichiarano che il loro è un atto di amore e di altruismo e, nella maggior parte dei paesi in cui la maternità surrogata è permessa, queste non ricevono un compenso. Paesi Europei come Danimarca, Paesi Bassi, Portogallo, Belgio ma anche Australia e Canada vietano la gestazione per altri commerciale (cioè retribuita) ma consentono quella gratuita.
La possibilità di essere madri surrogate viene vista in questi paesi, dove la pratica registra una notevole crescita, come l’occasione di fare del bene e di permettere la nascita di famiglie laddove diverse condizioni non lo rendono possibile. A fronte di ciò, che valore ha la dichiarazione della Ministra Roccella? Proteggere e difendere i diritti delle donne non significa anche lasciare loro la libertà di scelta?
Le settimane che seguiranno saranno decisive per capire non solo il futuro della maternità surrogata in Italia ma anche quello di tante famiglie, donne e bambini. Una cosa sola è certa: negare ai bambini nati tramite gestazione per altri importanti diritti non significa proteggerli e, ancora una volta nel nostro paese, i più piccoli e fragili devono fare le spese di polemiche moralistiche i cui esiti sono tutto fuorché etici.
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