La maternità surrogata è un tema caldo che può trasformarsi facilmente in un campo minato di opinioni. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza
Cos’è la maternità surrogata
La maternità surrogata prevede una madre, appunto, surrogata, che porta avanti la gravidanza per conto di una terza persona o una coppia, che non riesce ad avere figli. La madre surrogata può essere la madre biologica del bambino, concependolo con il suo ovulo, o non esserlo. In questo ultimo caso essa “presta” l’utero in cui verranno “ospitati” i gameti (ovulo e spermatozoo) di terze persone. Non sempre i gameti sono dei futuri genitori: a volte si può ricorrere alla donazione quando le circostanze lo richiedono. Nel caso in cui la donna mette a disposizione il suo ovulo, fecondato dallo spermatozoo del padre o di un altro donatore, questa sarà la madre biologica del nascituro.
La maternità surrogata è anche conosciuta con l’espressione di utero in affitto e si tratta di una pratica vietata ancora in molti Paesi, tra cui l’Italia e larga parte dell’Europa
Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro
(dall’art.12, comma 6, della legge n.40/2004)
Chi desiderasse avvalersi di questa pratica per avere un bambino col suo corredo genetico, è costretto a recarsi all’estero e non senza difficoltà o possibili ripercussioni legali.
Ucraina: centro europeo della maternità surrogata
L’Ucraina è uno di pochi Paesi al mondo e in Europa in cui la maternità surrogata è legale. Ci sono diverse agenzie e cliniche che offrono questo servizio, alimentando l’afflusso di richiedenti da altre nazioni. Se questo può essere un bene per tutti coloro che desiderino avvalersi di tale pratica, ci sono anche risvolti poco piacevoli. La maternità surrogata è corrisposta dietro pagamento e molte donne ucraine si mettono a disposizione per guadagnare di più, facendolo diventare un vero e proprio lavoro secondario.
Nulla di nuovo né di negativo, se non fosse che l’elevata richiesta di madri surrogate ha accresciuto il mercato illegale e forme di pagamento in nero. Per questo sarebbe meglio affidarsi ad agenzie specializzate che operano all’interno della legalità e tutelando la sicurezza delle madri surrogate.
Il mercato della maternità surrogata in Ucraina è illegale per due terzi
(Serhiy Antonov, giurista per IRTSA Ukraine, Agenzia internazionale d’assistenza nelle tecnologie di riproduzione ausiliari)
Maternità surrogata: i problemi etici
La questione del cosiddetto utero in affitto solleva in molte persone problematiche etiche. Possiamo dire che si tratta di questioni principalmente legate al retaggio culturale e religioso cui tendiamo a fare riferimento, anche inconsciamente. La maternità surrogata scardina, in un certo senso, la nostra usuale visione di maternità: si tratta di una donna che, partorendo, affida a terzi il frutto della sua gestazione. Bisogna, però, tenere presente che le madri surrogate non sono necessariamente le madri biologiche del bambino, poiché il corredo genetico può provenire dalla coppia o dalla donna che lo prenderanno in cura come loro figlio.
Da qui nasce una seconda problematica: lo sfruttamento del corpo della donna. Chi si oppone alla maternità surrogata porta avanti questioni inerenti i diritti umani. Ci sono circostanze, infatti, in cui una donna decide di fare da surrogata per questioni economiche. Naturalmente in questi casi è la legge che dovrebbe tutelare e garantire i giusti diritti a quante decidano di intraprendere questo percorso. Appare facile notare come il nodo della questione non possa essere solo l’aspetto economico. Sappiamo, infatti, che la maternità surrogata è vietata per legge a priori, anche qualora vi fosse volontarietà gratuita da parte della surrogata.
Quella del corpo è una questione da sempre molto delicata, che divide il dibattito tra chi è favorevole e chi contrario a una autodeterminazione su di esso. Il dibattito inerente la maternità surrogata è, in un certo senso, assimilabile a quello sulla prostituzione: in entrambi i casi è presente un controllo esterno che definisce le legittime possibilità di un corpo, scavalcando la libertà individuale. Discorso simile per quanto riguarda la transizione di genere che, seppur legale, è largamente stigmatizzata poiché considerata da molti contro natura. Il controllo collettivo sul corpo individuale è una faccenda, dunque, dall’accezione più politica di quanto si pensi.
Si può dare valore alla vita?
Ulteriore questione etica, riguarda il presunto valore e la presunta commercializzazione della vita. Si può pensare che con la maternità surrogata si compri un altro essere umano e si dia valore economico alla vita. Questa posizione può essere confutata se guardiamo alla questione in modo differente pensando, ad esempio, che ciò che si paga non sia la vita del nascituro ma la prestazione della madre surrogata. Uno scambio di servizi, per quanto possa ripugnarci l’idea di paragonare la maternità a una compravendita.
L’elemento critico, semmai, è da individuare nell’accessibilità economica di tale pratica. Per chi volesse avvalersene i costi non sono del tutto irrisori, soprattutto se ci spostiamo in America o Canada; dunque costi non accessibili a chiunque. Se si vuole salvaguardare il diritto alla genitorialità non è questo il modo adatto poiché diventando privilegio di pochi.
Una possibile risposta potrebbe essere proprio la legalizzazione in più Paesi, dove i costi sarebbero più accessibili in relazione alle varie forme di sistema sanitario.
Alternative possibili ed empatia
Tentate tutte le altre strade, come la fecondazione assistita o in vitro, un’altra opposizione sollevata contro la maternità surrogata è: perché non adottare?
Senza considerare le lungaggini burocratiche che rendono l’adozione non sempre accessibile in modo agevole, di primo acchito potrebbe sembrare la soluzione migliore e più logica. Tale suggerimento, però, è figlio di un privilegio -quello di essere già genitore o il non volerlo diventare- che non permette di capire completamente il bisogno intimo e profondo di un bambino che sia biologicamente proprio. Potrebbe sembrare un capriccio egoistico, ma chi è che decide il diritto alla genitorialità? Tralasciando la presunta giustezza tutta religiosa del “sia fatta la volontà di Dio”, come si può decretare, e con quale autorità, chi ha diritto ad avere un figlio con il suo corredo genetico e chi no?
La maternità surrogata permette a una coppia o una singola persona di sperimentare una delle gioie più gradi: diventare genitori. Se la scienza è dalla nostra parte, perché impedire a qualcuno di poter essere felice?
Marianna Nusca