La materia oscura esiste davvero? Forse non ne abbiamo bisogno

galassia

Arriva una notizia sorprendente dalla Case Western Reserve University (Cleveland, Ohio), ritorna in auge la domanda la materia oscura esiste davvero? In seguito a uno studio pubblicato su Astrophysical Journal la teoria alternativa riprende quota.
Facciamo un passo indietro, il punto della materia oscura è che ci serve per spiegare l’universo, ci serve perché in base alla teoria della gravitazione di Newton e Einstein (la Relatività einsteniana rivede la meccanica dello spazio spiegando alcune anomalie  ma sostanzialmente lascia invariato il valore della gravità), le galassie non dovrebbero esistere, la materia che osserviamo, quella che interagisce con la luce, è troppo poca per giustificare la “forza” gravitazionale che osserviamo.
Ragionando terra-terra se vi dico che secondo la suddetta teoria della gravitazione l’universo non potrebbe esistere così come lo osserviamo quali sono le possibili spiegazioni del fatto che invece sia lì? Ce ne sono due: la prima è che la teoria non sia corretta, la seconda è che c’è tanta massa che noi non vediamo ma che ha i suoi effetti gravitazionali.



Nel corso degli anni la teoria della materia oscura, ovviamente la seconda di cui sopra, è diventata talmente dominante da relegare in un angolo la prima possibilità.
Il fisico Mordehai Milgrom del Weizmann Institut (Israele) nel 1980 aveva proposto una teoria alternativa denominata MOND (MOdified Newtonian Dynamics) ora un team internazionale di astronomi guidato da Stacy McGaugh della suddetta università ma che vede tra i maggiori contributori anche Kyu-Hyun Chae della Sejong University (Corea del sud) ha trovato un risultato che non può essere spiegato dalla materia oscura ma era stato previsto decenni fa da Milgrom.
Significativo è che questi scienziati non si sono svegliati un mattino con l’idea di sfidare l’ipotesi prevalente, proprio Chae racconta che stava conducendo i suoi studi sotto l’assunzione che la materia oscura esiste ma ha trovato un risultato che l’ha sorpreso molto e gli ha fatto rispolverare la teoria di Milgrom.
Una delle più audaci previsioni della teoria di Milgrom è che il moto di un oggetto nell’universo non derivi solo dalla sua massa ma anche da un pull (trazione) gravitazionale generato dagli altri oggetti nell’universo, questo effetto è stato denominato external field effect (EFE). L’EFE non è invece presente nella gravità newtoniana/einsteniana. Il gruppo di sei astronomi ha rilevato un effetto che sembra essere proprio l’EFE in ben 150 galassie. Chae ha aggiunto che era riluttante a trarre le conseguenze dai risultati, ma questi parlano chiaro e si sposano meglio con la teoria di Milgrom  che con l’ipotesi materia oscura.

Roberto Todini

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