Matera, la città dei Sassi, guarda alla Puglia: un referendum per il cambiamento?

Matera

Matera, una delle città più iconiche d’Italia, famosa in tutto il mondo per i suoi sassi e per il suo riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO, è al centro di un dibattito acceso e storico che potrebbe cambiarne il futuro amministrativo. La città lucana, simbolo di una regione dalle antiche tradizioni, la Basilicata, potrebbe infatti trovarsi presto a far parte di una nuova realtà territoriale: la Puglia. Il progetto di trasferimento della città ha recentemente preso vigore grazie a una proposta formale di referendum avanzata da due ex senatori, Tito Di Maggio e Corrado Danzi.

La proposta, presentata alla segreteria del Comune di Matera, mira a sollecitare la popolazione locale a esprimersi su una questione che non è solo amministrativa, ma anche identitaria e culturale. Il referendum, se approvato, porterebbe i cittadini materani a decidere se desiderano “trasferire” la propria città dalla Basilicata alla Puglia, una regione confinante e con la quale Matera ha storicamente condiviso importanti legami economici e sociali. Ma dietro a questo gesto si nasconde un desiderio di cambiamento più profondo e articolato, che riflette non solo l’insoddisfazione nei confronti della governance regionale, ma anche l’ambizione di un maggiore sviluppo economico e turistico.

Un legame storico con la Puglia

Matera, pur appartenendo ufficialmente alla Basilicata, ha da sempre intrattenuto relazioni intense con la vicina Puglia. La città dista pochi chilometri dal confine pugliese e, in particolare, dalla città di Bari, che rappresenta un’importante meta economica e culturale per molti materani. Nel corso dei decenni, la mobilità dei cittadini materani verso la Puglia è stata continua e costante, non solo per motivi di lavoro, ma anche per esigenze sanitarie, educative e di servizi. Non è un segreto che molti materani si rechino regolarmente a Bari per accedere a infrastrutture e servizi di cui la Basilicata, purtroppo, è spesso carente.



Questo legame geografico e sociale, tuttavia, si inserisce in un contesto più ampio, dove la percezione di un crescente distacco tra Matera e il resto della Basilicata ha alimentato un desiderio di cambiamento. Alcuni cittadini vedono la Puglia come una regione più dinamica, con maggiori opportunità in termini di sviluppo economico, infrastrutture e turismo. Non a caso, Bari è considerata una città in forte espansione, e la stessa Puglia, negli ultimi anni, ha beneficiato di un importante boom turistico, grazie anche alla promozione del suo patrimonio culturale e paesaggistico.

L’insoddisfazione nei confronti della Basilicata

Il desiderio di trasferirsi in Puglia trova radici in un malcontento diffuso nei confronti della gestione regionale della Basilicata. Nonostante i progressi e gli investimenti effettuati in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, molti ritengono che le potenzialità della città non siano state pienamente sfruttate. Le critiche maggiori riguardano la mancanza di infrastrutture adeguate e una rete di trasporti inefficiente, che rende difficile per la città di Matera connettersi in modo efficace con il resto del paese e, soprattutto, con le principali città italiane.

Inoltre, la Basilicata è una regione con una delle popolazioni più esigue e con tassi di emigrazione elevati, soprattutto tra i giovani in cerca di migliori opportunità lavorative. L’economia regionale, tradizionalmente basata sull’agricoltura e l’industria estrattiva, ha subito nel corso degli anni una progressiva contrazione, e gli investimenti nel settore turistico, nonostante i numerosi sforzi, non sembrano aver dato i frutti sperati. Questo quadro, unito alla percezione che la politica regionale non abbia saputo gestire in maniera adeguata le risorse, ha portato alcuni materani a guardare con maggiore interesse alla vicina Puglia, considerata una regione più prospera e attiva.

Il referendum: una questione identitaria

Il referendum proposto dai due ex senatori Tito Di Maggio e Corrado Danzi rappresenta un atto formale per avviare una discussione che non riguarda solo questioni di governance, ma che tocca nel profondo l’identità dei cittadini materani. Il dibattito, infatti, divide la comunità: da una parte coloro che vedono nella Puglia un’opportunità di riscatto economico e sociale, dall’altra coloro che considerano questo progetto come un tradimento delle radici lucane.

Questa divisione è evidente anche all’interno della politica locale, dove alcuni amministratori si sono dichiarati favorevoli all’idea di un cambiamento, mentre altri ritengono che la soluzione non sia quella di “fuggire” verso una regione più prospera, ma di lavorare per migliorare le condizioni all’interno della Basilicata stessa. In questo contesto, la possibilità di un referendum appare come un momento cruciale per la città: una scelta che potrebbe ridefinire non solo l’appartenenza territoriale di Matera, ma anche il suo futuro sviluppo.

Le implicazioni economiche e amministrative

Il passaggio di Matera dalla Basilicata alla Puglia non sarebbe soltanto una questione simbolica. Dal punto di vista economico e amministrativo, infatti, tale trasferimento comporterebbe una serie di cambiamenti significativi. Innanzitutto, la città verrebbe integrata nel sistema di governance pugliese, con la possibilità di accedere a nuovi fondi regionali e a una diversa gestione delle risorse. Inoltre, Matera potrebbe beneficiare di un’infrastruttura turistica già consolidata, che farebbe leva sulla vicinanza con le principali mete pugliesi, come la Valle d’Itria e il Salento.

Sul piano fiscale, la città potrebbe trarre vantaggio dalle politiche economiche della Regione Puglia, che negli ultimi anni ha saputo attrarre investimenti e sostenere le piccole e medie imprese in settori chiave come l’agroalimentare, il turismo e le nuove tecnologie. Tuttavia, non mancano le incognite. Alcuni esperti sottolineano che un eventuale passaggio amministrativo non garantirebbe automaticamente un miglioramento delle condizioni economiche di Matera. La città dovrebbe infatti affrontare una fase di transizione complessa, con possibili impatti negativi sulle finanze locali e sulla gestione dei servizi pubblici.

Il futuro di Matera: una scelta tra continuità e cambiamento

Il percorso che potrebbe portare al definitivo passaggio a un’altra Regione è ancora lungo. Il Consiglio comunale, entro 15 giorni, dovrà esprimersi sull’ammissibilità della proposta e sulla formulazione del quesito, che dovrà essere chiaro e conciso. Nei 15 giorni successivi, la decisione verrà comunicata ai promotori, i quali avranno 60 giorni per raccogliere le firme richieste, che saranno successivamente verificate dalla segreteria comunale entro 30 giorni. Infine, il referendum dovrà essere convocato entro 120 giorni dalla presentazione delle firme.

La proposta di referendum solleva dunque interrogativi cruciali per il futuro di Matera. La città, che negli ultimi decenni ha saputo reinventarsi come capitale culturale e meta turistica di fama internazionale, si trova ora di fronte a una scelta che potrebbe ridefinirne il ruolo all’interno del contesto regionale e nazionale. Il dibattito è destinato a proseguire e sarà fondamentale che la popolazione materana venga adeguatamente informata sui pro e i contro di un eventuale trasferimento in Puglia.

Quello che è certo è che il futuro di Matera non può prescindere da un’attenta riflessione sul suo ruolo strategico e sulle sue potenzialità. Che la città scelga di rimanere in Basilicata o di unirsi alla Puglia, la sfida sarà quella di mantenere viva la sua identità e di continuare a crescere come polo culturale e turistico di eccellenza. In definitiva, la questione del referendum è solo la punta di un iceberg che coinvolge il destino di una città unica nel suo genere, divisa tra il richiamo del cambiamento e la forza delle sue radici storiche.

Patricia Iori

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