Non faccio previsioni su cosa potrà succedere in questi giorni: dico che negli ultimi giorni abbiamo avuto una pressione sugli ospedali bassissima e abbiamo ricoverato pochissimo. E questo è un segnale importante. Deve però essere chiara una cosa: non sarà facile riaprire con un’epidemia ancora in corso
La questione segue una teoria semplice, un po’ meno la pratica: rispettare le restrizioni finora vigenti è l’unico “stratagemma” attuabile. Non siamo fuori pericolo, non stiamo tornando alla normalità.
Secondo l’infettivologo Massimo Galli sarà necessaria cautela fino a nuovo ordine; sembrerebbe che in pochi tengano conto delle famiglie finora rimaste a casa: alcuni contagi si sono sviluppati tra le mura domestiche.
Nulla vieterebbe una ricaduta su quel fronte, considerato il “tana libera tutti” incentivato dalla fase 2; è chiara la necessità di un ritorno ad un tenore di vita economicamente stabile, conseguibile solo attraverso la pratica degli esercizi commerciali. Preoccupante, da un lato, la riapertura dei confini nazionali prevista per i primi di giugno – salvo inconvenienti -, forse un po’ azzardata.
Anche da questo punto di vista, tuttavia, sussiste il motivo finanziario: d’altronde, il turismo ricopre il 10% del PIL UE. Il connubio tra salvaguardia e ripresa economica è di ardua portata, difficilmente sostenibile senza un’etica cittadina decisa.
Contestualizzando al nostro Paese, le problematiche sono numerose, a partire proprio da un’economia già in crisi molto prima della pandemia Covid. La necessità di ripartire si fa sentire, compreso il malcontento popolare, a tratti insensato e irrazionale, a tratti poco biasimabile.
Dunque, è più che mai necessaria cautela, rispetto civico e consapevolezza. Se si pensa anche solo all’istruzione, la riapertura delle scuole, uno dei focolai più probabili e pericolosi, risulta chiara la responsabilità in gioco.
La mia non sarà certo una confidenza con il lettore: ci si aspetta un nuovo picco dei contagi e non a caso; in assenza di un vaccino, sarà quasi inevitabile alternare fase 1 e fase 2 a seconda delle esigenze nazionali/mondiali. Ragion per cui è bene sfruttare coscientemente il tempo in cui verterà la fase 2.
Massimo Galli è solo uno degli esperti il cui compito vada ben al di là dell’aspetto pragmatico della sua professione; in primis, ci ricorda la distanza che intercorre tra noi ed una risoluzione conclusiva. Non è il momento di lasciarsi andare.
Eugenio Bianco