Possibile che gli elefanti nascano senza zanne per difendersi dal bracconaggio che continua nonostante i divieti? Sarebbe bello fosse… niente zanne per vendetta, ma qua si rischia l’estinzione, perché il maschio serve per non estinguere la specie. L’elefante indiano è più piccolo di quello africano, solo i maschi hanno le zanne e vengono così uccisi per l’avorio. Ciò ha creato un’alterazione demografica e in alcune riserve è rimasto solo un maschio adulto per ogni cento femmine, di conseguenza meno femmine sono ingravidate.
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L’elefante africano, è il più grosso mammifero al mondo con zanne d’avorio che possono arrivare fino a 3 metri.
Diversamente dall’elefante indiano, in questa specie anche le femmine hanno le zanne.
Per questo subisce un cruento attacco da parte dei bracconieri.
Joyce Poole, biologa tedesca, che per più di 30 anni ha studiato da vicino i grandi mammiferi in Mozambico, ha notato sempre più femmine senza zanne.
Quasi la metà delle femmine sotto i 35 anni non ha le zanne.
Ciò sarebbe accaduto in quanto uccidendo gli animali con le zanne più grandi, si scannano prevalentemente maschi.
Il gene che è riuscito a trasmettersi è quello degli elefanti femmina con le zanne più piccole, mentre il gene maschile dalle lunghe zanne è sicuramente in via di estinzione.
Quando nel 1989 venne chiuso il mercato internazionale dell’avorio si sperò che finalmente questa tratta incivile fosse terminata.
Non è stato così.
Ogni anno vengono massacrati circa 20.000 elefanti africani e quello asiatico pure non è messo meglio.
Le zanne dell’elefante corrispondono a due denti incisivi superiori enormemente sviluppati.
Crescono di 16 o 17 centimetri l’anno e non smettono mai per tutta la vita dell’animale.
Gli elefanti usano le zanne per scavare alla ricerca di cibo e acqua, per spezzare i rami, come mezzo di difesa, per spostare gli ostacoli e strappare la corteccia, che poi mangiano, dai tronchi degli alberi.
Nel 1989 il commercio dell’avorio è stato dichiarato illegale in Europa e negli Stati Uniti, ma continua sottobanco.
Il 70% delle zanne trafugate finisce sul mercato cinese, tradizionalmente legato alla lavorazione dell’avorio.
Viene trasformato in sculture, suppellettili, anelli, spille, tazze e altro, molto ambiti come simbolo di ricchezza.
Un business per gli estremisti islamici del Sudan e per i guerriglieri ugandesi, tramutatisi in bracconieri.
1 kg di avorio può valere anche 3.000 euro e due zanne possono pesare anche 120 kg.
“Sono loro che, per soddisfare la richiesta asiatica, si stanno imponendo a suon di mitragliatrice come i principali protagonisti del commercio illecito, provocando un’ecatombe di elefanti mai vista da quando negli anni Ottanta venne introdotto il divieto internazionale sul commercio di avorio”.
Gli elefanti sono uccisi in modo assai crudele.
I bracconieri attirano gli elefantini che uccidono facilmente, così arrivano infuriati i pachiderma più anziani che vengono massacrati e alla fine viene loro tagliata la testa ed estratte le zanne da cui gronda sangue.
La Cina, consapevole di finanziare indirettamente il terrorismo, ha finalmente annunciato la messa al bando del commercio interno di avorio entro la fine del 2017… non sarà mai troppo presto.
L’elefante che vedete nella foto è Yongki, era chiamato: “poliziotto”, in quanto il suo compito era proteggere il National Park di Sumatra.
Doveva difendere gli uomini dagli animali pericolosi, e gli animali dall’assalto dei bracconieri.
Nel 2015 lo hanno ucciso per portargli via le zanne, povero elefante poliziotto: nessuno ha difeso lui.
Paola Tassinari