Alcuni cittadini palestinesi e le organizzazioni umanitarie chiedono il rilascio di Marwan Barghouti. Si pensa che l’uomo, detenuto in Israele dal 2002, potrebbe aiutare a riportare la pace dopo la guerra tra Israele e Palestina.
Marwan Barghouti, 64 anni, è stato il carismatico capo della prima e della seconda Intifada, ovvero le prime due rivolte avvenute in Palestina. L’uomo è detenuto nelle carceri israeliane dal 2002, dopo 21 anni la speranza del popolo palestinese è riposta nell’ex delfino di Abu Mazen.
L’uomo si trova in carcere in quanto il governo israeliano l’ha accusato più volte di essere un terrorista. Dopo anni di persecuzioni, la condanna definitiva è arrivata nel 2004. Da allora l’uomo si è trovato a dover scontare cinque ergastoli. L’accusa principale è quella di aver avuto un ruolo centrale nell’organizzazione di attacchi suicidi durante la seconda Intifada. Barghouti si è sempre opposto a tale accusa sostenendo che il processo abbia avuto luogo presso un tribunale illegittimo.
Parte del successo dell’uomo è dovuto proprio agli anni passati in carcere. È stata la prima persona a candidarsi dalla prigione, nel 2006 Marwan Barghouti, pur essendo detenuto, ha preso parte alle elezioni presidenziali. Questo gli ha fatto riscuotere numerosi voti dandogli la possibilità di rinnovare il suo seggio nel Consiglio legislativo. Nel 2021 ha, inoltre, sostenuto le elezioni legislative guidate dalla moglie Fatwa e da Nasser al-Qidwa, in cambio del sostegno di quest’ultimo alla sua candidatura presidenziale.
I palestinesi ritengono che Marwan Barghouti sarebbe l’uomo giusto per fermare la guerra e riportare la pace. A sostenere tale idea è anche il figlio Arab, 33 anni, che nei giorni scorsi ha fatto sentire la propria voce. L’opzione che si prefigura in seguito alla guerra è quella della definizione di due Stati e due Popoli separati, con la Palestina da un lato e Israele dall’altro.
Oggi il rilascio di Marwan Barghouti sembra impossibile; eppure, è quello che parte del popolo palestinese si augura che accada. In passato l’uomo ha voluto fortemente una riconciliazione delle parti, ha lottato e manifestato per questo ma le sue iniziative sono state punite con la detenzione. Pur avendo chiesto la fine della divisione tra Fatah e Hamas in nome della formazione di un governo di unità nazionale, l’uomo ha comunque ribadito il suo sostegno alla soluzione dei due Stati.
La determinazione di Barghouti lo ha portato ad essere una valida opzione tra i governi di Fatah e Hamas. La speranza che in 21 anni non l’ha mai abbandonato nonostante il carcere si è diffusa tra i palestinesi che sperano in una convivenza pacifica con Israele. Il suo appello ad una resistenza popolare non violenta ha motivato gli animi di una popolazione schiacciata dalle violenze della guerra.