“Chi può aiuti i giovani cineasti italiani, sono bravissimi”!
A racchiudere tanta speranza in poche parole è Martin Scorsese, ospite d’onore al Festival del cinema di Roma. Il regista italo-americano e premio Oscar ha rivolto questo “assordante” invito al pubblico e alle istituzioni.
L’occasione è stata un’avvincente conversazione con il direttore Antonio Monda, durante il quale egli ha raccontato di come il cinema italiano abbia non solo influenzato le scelte della sua vita, ma ne abbia scritto delle pagine essenziali.
Davanti ad una platea gremita e curiosa, Scorsese ha parlato dei tanti film che hanno influenzato il suo immaginario, il suo stile e anche il suo linguaggio: un connubio di azione e tradizione che è ormai un marchio di fabbrica unico e universale.
Il grande regista si racconta attraverso i capolavori del cinema italiano, passando in rassegna le emozioni di una carriera durata 50 anni, tra gioie e rimpianti. Uno di questi è il documentario sulla produzione e gli attori, che il cineasta 75enne stava preparando assieme a Federico Fellini, e che non vide mai la luce, a causa della morte di quest’ultimo.
Dopo aver ricevuto il premio alla carriera intitolato a Vittorio Taviani, al quale ha dedicato un commosso omaggio, Martin Scorsese passa in rassegna la sua “playlist” del cinema italiano, inserendovi nove film in particolare, tutti realizzati tra gli anni ’50 e ’60. Scorsese commenta alcune scene, ritornando con la memoria agli anni della sua adolescenza e i pomeriggi passati a sognare davanti allo schermo di una fumosa sala del Queens.
Dall’empatia spirituale di Accattone a Umberto D, passando per Il Gattopardo, fino a giungere alla satira di Divorzio all’italiana, per finire con la spiritualità allegorica de Le Notti di Cabiria di cui ricorda, quasi commosso, la scena finale che vede Giulietta Masina invocare la morte, con uno sguardo pieno di lacrime e voglia di vivere.
“Sono i film che mi hanno ispirato per il futuro, quelli che sono stati per me scuola di cinema, spiega Scorsese, quelli di cui si possono trovare tracce nelle mie opere”.
E’ proprio mentre si racconta attraverso quei film, che Martin Scorsese mostra quell’entusiasmo e quella passione di chi vede nell’immaginazione qualcosa di sacro.
Da anni impegnato nella preservazione e nel restauro delle grandi opere italiane, assieme alla Film Foundation e al Centro Sperimentale di Cinematografia, egli vede nei nuovi talenti una rinascita spirituale e per questo fa appello a tutti i presenti, affinché un simile patrimonio possa essere preservato e promosso nel mondo.
Fausto Bisantis