Negli ultimi anni, si sente sempre più parlare di viaggi nello spazio e di visite agli altri pianeti del sistema solare. Secondo alcuni, saremo in grado di tornare sulla Luna fra qualche decennio e potremo anche visitare Marte. Ma come sarebbe la vita su di esso? Innanzitutto, cosa ci offrirebbe da mangiare e da bere?
Le scoperte di uno studio
Non è stata la Nasa a porsi tali domande, bensì un gruppo di studenti dell’Università di Villanova, in Pennsylvania. L’idea è scaturita dal laboratorio del corso di astrobiologia di Edward Guinan, che ha poi esposto i risultati all’American Astronomical Society, a Washington. Non sono stati prelevati campioni di suolo marziano, ma alcuni lander ne hanno analizzato la composizione. Ciò ha reso possibile la riproduzione di quel terreno in laboratorio. E così Guinan ha iniziato i suoi esperimenti, partendo da frammenti di basalto di un antico vulcano del deserto del Mojave, in California. Il terreno che è stato ottenuto è molto denso e si asciuga velocemente: ciò non favorisce la crescita di radici e piante. Ma, grazie alle scoperte della Nasa, sappiamo che su Marte sarebbe possibile coltivare patate.
Altre possibili coltivazioni su Marte
Gli studenti di Guinan hanno poi testato la possibilità di coltivare altri tipi di piante sul terreno marziano ricostruito in laboratorio. Tra queste vi sono: i cavoli, i germogli di soia, erbe aromatiche, insalata mista ed infine il luppolo. Sì, proprio la pianta a fiore usata per produrre la birra. Per avere un suolo più morbido ed umido, sono stati aggiunti pezzi di cartone, fondi di caffè e si è acidificato il terreno. Non rimane che provare a coltivare anche l’orzo, così si potrà anche produrre la birra su Marte.
Un futuro non molto lontano?
C’è vita su Marte? Ad oggi, non c’è una risposta certa e definitiva a tale quesito. Come è ben noto, la superficie del pianeta rosso ci appare totalmente asciutta. Ma un tempo esso era caldo e vi era molta acqua allo stato liquido. Forse negli anni a venire si scoprirà un modo per capire dove sia finita l’acqua su Marte. Ma fino ad allora si può continuare ad effettuare test in laboratorio, sperando di poterli attuare sul paineta rosso fra non molto tempo.
Carmen Morello