Marte: acqua, passione e storie di vita extraterrestre

La vita sul Pianeta Rosso è probabilmente esistita ai tempi in cui l’acqua somigliava a quella dei nostri oceani. Forse microrganismi, ma comunque marziani.

Marte è sempre stato nell’immaginario collettivo un possibile pianeta parallelo. Pensare a forme di vita extraterrestri spesso ha coinciso con l’ipotesi dei marziani. Del resto la vicinanza del Pianeta Rosso al nostro e, dunque, la possibilità di studiarne con relativa facilità le caratteristiche, ha contribuito a incoraggiare le teorie più strane e le storie più inverosimili. L’acqua, fonte di vita per antonomasia, è però davvero esistita su Marte, e le ultime scoperte dimostrano che in passato era simile a quella terrestre.



L’interesse per Marte è cominciato con la scoperta di un astronomo italiano. Giovanni Virginio Schiaparelli, storico della scienza e ingegnere oltre che astronomo, pensò di scorgere attraverso la lente del telescopio dei canali sulla superficie del pianeta. Fu un fraintendimento a favorire il proliferare di teorie fantascientifiche di ogni genere. Infatti nelle traduzioni inglese e francese dello studio di Schiaparelli il termine “canali” venne reso con “canals“, indicante precisamente i canali artificiali.

Da allora le storie riguardanti Marte hanno avuto una crescita esponenziale. Favorite da Percival Lowell, astronomo statunitense, si diffusero teorie che ipotizzavano la presenza di forme di vita tecnologicamente avanzate in grado appunto di creare canali artificiali utili alla sopravvivenza in un ambiente arido e ostile come poteva apparire il Pianeta Rosso. Alle idee parascientifiche si accompagnarono quelle letterarie e Marte divenne presto lo scenario prediletto degli scrittori che intendevano costruire storie extraterrestri.

Da Edgar Rice Burroughs con la trilogia Sotto le lune di Marte  al Philip K. Dick di Ricordiamo per voi, storia a cui si ispira il film Atto di forza. Dalle serie a fumetti statunitensi al David Bowie di Life on Mars. Il Pianeta Rosso non ha mai smesso di affascinare il pubblico terrestre. Molte le invasioni immaginate, le guerre combattute e le tecnologie messe al servizio di entrambe le fazioni. Al possibile scontro tra civiltà si è sempre accompagnata la curiosità e la spinta allo studio di Marte.

Il rover Curiosity della Nasa ha condotto alcune analisi su sedimenti argillosi prelevati dal cratere Gale su Marte. Gli studi hanno portato a un’ulteriore passo nella ricerca di vita sul pianeta. La salinità e i valori del pH rintracciati sono molto simili a quelli presenti nelle acque oceaniche della Terra. Le nostre acque sono il luogo d’origine della vita per come la conosciamo e ospitano creature di svariate tipologie. Dati alla mano l’acqua presente su Marte avrebbe potuto ospitare forme di vita, si parlerebbe almeno di microrganismi.

Le condizioni riscontrate rilanciano ancora una volta la ricerca della vita oltre il nostro Pianeta Blu.

Paolo Onnis

 

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