Marta Cartabia è stata eletta presidente della Corte costituzionale all’unanimità (14 voti a favore e sua la scheda bianca). Ma il suo mandato sarà breve, scadrà il 13 settembre del 2020, visto che è stata nominata alla Consulta il 13 settembre del 2011 da Giorgio Napolitano e l’ufficio di giudice costituzionale non può durare più di nove anni. La scorsa estate, prima della nascita del Conte bis, Cartabia aveva sfiorato un altro primato. Si era fatto il suo nome come possibile premier di un governo di transizione e se la cosa fosse andata in porto sarebbe stata la prima donna nell’intera storia italiana a ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio.
Si chiama Marta Cartabia, ha 56 anni, è una costituzionalista raffinatissima, una giurista di livello internazionale e, da qualche minuto, è la prima donna eletta presidente della Corte Costituzionale, oltre ad essere una delle più giovani presidenti che la Consulta abbia mai avuto.
Cattolica praticante, ha sempre difeso con convinzione e fermezza la laicità dello Stato e delle istituzioni. Qualche anno fa, da vicepresidente della Corte, varcò i cancelli di San Vittore e si rivolse ai detenuti.
“Nell’antichità la pena più grave, più della pena di morte, era essere esiliati dalla città – disse – Ma voi non lo siete, la Costituzione è scritta anche per voi perché è nata dalla sofferenza dei padri costituenti che sono stati in carcere e hanno voluto con chiarezza indicare nell’articolo 27 la finalità di rieducazione della pena”.
Ovazione.
Le donne stanno prendendo in mano questo Paese. Le donne ci stanno guidando e ispirando in questi tempi bui. Le donne si stanno riprendendo quello che è stato loro tolto.
Congratulazioni, Presidente. Buon lavoro.