Il filo-fascista Mario Vattani rappresenta la Repubblica antifascista in Asia

Mario Vattani rappresenta la Repubblica

Mario Vattani – definito il console fascio-rock – è stato promosso ambasciatore a Singapore nonostante il suo “oscuro” passato

La decisione ricade sul Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio, e desta scandalo per via dei trascorsi del diplomatico e scrittore Mario Vattani.

L’episodio che macchia maggiormente la figura di Vattani, infatti, risale al 2012 ed è la sua esibizione a una manifestazione di CasaPound a Roma, durante la quale avrebbe fatto il saluto romano. L’allora ministro Franco Frattini ignora la questione, ma il suo successore Giulio Terzi lo richiama a Roma dal Giappone e decide quattro mesi di sospensione dal servizio senza stipendio. A quel punto, Vattani fa ricorso contro la sanzione al Tar del Lazio, che sospende il richiamo e gli consente di rientrare in Giappone.

Nel 1983 – quando Vattani aveva 17 anni – entra a far parte del gruppo di musica alternativa di destra Sottofascia semplice, quello con cui si esibisce alla famosa manifestazione.  Per la cronaca, queste sono alcune parole del brano Come mai del gruppo in questione:

“Sono questi i vostri giovani, a cui avevate insegnato
i valori della pace e gli errori del passato
sono questi i vostri giovani, democratici e sinceri,
rimbambiti da giochetti, puttanate e cellulari.
[…]

Come mai i vostri figli, la vostra unica speranza
vi ripetono gli slogan di voi coglioni anni Sessanta.”




La questione sembra una tipica vicenda “all’italiana”, dove gli incarichi sono assegnati – e non revocati in nessun caso – in base a criteri di anzianità di servizio e di prestigio

Mario Vattani, oltre alle sue dimostrazioni filo-fasciste, è figlio di Umberto Vattani, consigliere diplomatico con Andreotti. E’ un esperto di cultura orientale, ha sposato una cittadina giapponese con la quale ha avuto due figli, parla giapponese e pratica il kendo. E’ stato console italiano al Cairo e funzionario dell’ambasciata italiana a Tokyo.

Mario Vattani rappresenta la Repubblica, fondata sul rinnegamento del Fascismo e sul rispetto dei diritti umani e delle minoranze, ed è incoerente tanto quanto Matteo Salvini che si dichiara a favore degli interessi dell’Italia intera. Ma noi italiani, si sa, abbiamo memoria corta.

Il punto fondamentale non è solo che lo scrittore di “Svelare il Giappone” non abbia mai rinnegato il suo credo, definendolo piuttosto un “errore di gioventù”, ma che i vari ministri negli anni – tra cui Bonino e Gentiloni – abbiano deciso di non decidere. E’ così che nel 2018 il ricorso è stato dichiarato improcedibile per “sopravvenuta carenza di interesse”.  Nel 2019 la sospensione dal servizio e dallo stipendio è stata annullata per “perenzione”, ovvero per il fatto che da più di cinque anni non c’è stata una specifica richiesta da entrambe le parti.

Dal lato delle polemiche

Il caso Vattani è stato raccontato dall’ex ambasciatore Calogero di Gesù in “Dietro le quinte della Farnesina”, insieme al resto degli scandali della diplomazia italiana, e afferma:

“Considerate l’ampia autonomia concessa agli ambasciatori e l’assoluta mancanza di controlli sul loro operato.”

Non sono mancate le polemiche dell’Anpi – l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, fondata nel 1945 – e di alcuni parlamentari. In Particolare, Laura Boldrini ha presentato un’interrogazione al Ministro Di Maio, per invitare a riconsiderare se sia il caso o meno di spedire Vattani a Singapore. Mario Vattani che rappresenta la Repubblica a Singapore è l’apice della sua carriera. Prima di raggiungerlo, negli anni sono state messe a punto varie strategie per trovare una soluzione al suo caso, anche da parte del Sndmae, sindacato indipendente dei diplmatici, che, dopo un’indignazione di facciata, ha reso Vattani un membro nel 2015.

Francesca Santoro

 

 

 

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