Secondo il generale Mario Mori, nella triste vicenda che riguarda Regeni sarebbero coinvolti i servizi inglesi per mano della sua professoressa Abdelrahman.
Il prefetto e generale, ex capo dei ROS dei carabinieri e direttore del Sisde Mario Mori è intervenuto a “La Zanzara” di Rodio 24 lasciando incredibili dichiarazioni su vicende quali l’organizzazione criminale in Italia, Giulio Regeni, il terrorsmo e i rapporti con altri Paesi come Francia, Egitto e Inghilterra.
“Regeni era uno studente che svolgeva un lavoro assegnato da una università inglese. Ma a Londra chi ha assegnato la ricerca a Regeni in Egitto è una professoressa, Abdelrahman, di origine egiziana e vicina alla Fratellanza musulmana, ostile all’attuale governo. Lei voleva scandagliare la situazione egiziana, ma sono metodi dei servizi segreti inglesi che fanno svolgere certe attività a imprenditori e altre persone. Lui era inconsapevole, ma chi lo ha mandato lo ha mandato nella bocca del leone, la professoressa non poteva non saperlo”. “E’ stato venduto –continua Mori – ed è stato fatto ritrovare per una lotta di fazioni all’interno del governo egiziano. Sono operazioni che ho fatto anch’io. Se mando uno dei miei agenti è più difficile, ma se utilizzo persone come Regeni sono facilitato”.
Successivamente si sofferma sulla reazione italiana, dichiarando: “secondo me l’Italia non ha reagito nel modo migliore. La Francia ci ha fregato un po’ di appalti. Abbiamo ottenuto risultati modesti. C’è stato un momento di crisi nelle relazioni con l’Egitto e la Francia ne ha approfittato con una serie di operazioni brillantissime grazie al presidente della Repubblica. Tu non puoi offendere in maniera brutale e plateale, come abbiamo fatto noi”.
Poi, i conduttori del programma radiofonico cambiano argomento chiedendo se ci dobbiamo attendere un attentato terroristico in Italia: “è possibile. Non ci sarà un attentato tipo Bataclan, ma uno tipo Nizza non si può escludere. Non siamo in un limbo, in un paradiso, credo che gli italiani se ne debbano rendere conto”.
Uno degli ultimi argomenti trattati è quello dell’organizzazione criminale in Italia, argomento delicato per il generale a causa delle diverse accuse da parte di Cincimino e dei processi nei quali è rimasto coinvolto: “dell’arresto di Ciancimino non mi interessa molto, contro di me ha fatto accuse fasulle, aveva le armi spuntate. “Per i processi ho speso soldi miei, sto abbastanza bene. Non sono imputato normale, conosco la materia e gli aspetti giuridici. Con la difesa mi sono sentito vivo e non in pensione. Anche un po’ incazzato. E dal 1982 ho le mie agende dove mi sono segnato tutto. Ogni volta che scendo a Palermo sono 4-500 euro. In tutto avrò speso quasi 300mila euro. E con me c’è un accanimento in più.
Interessante è la posizione di Mori sulla situazione attuale della mafia, quasi sorprendentemente dichiara: “oggi la mafia è quasi sconfitta definitivamente. Sconfitta non dalla polizia e dai magistrati ma perché è venuta meno la società che la supportava. La mafia è una deviazione culturale, è stata sconfitta da una società che si è evoluta. E quella società che la teneva in piedi si è sgretolata”.