Mario Giordano, ovvero la neo TV di regime

Mario Giordano è molto più che una voce stridula che si sente ogni tanto strepitare dalle televisioni sparse per tutto l’italico suolo.

Mario Giordano è quel lato confidenziale e affabile, degno di ogni regime che si rispetti, che ogni sera, bonariamente, aggiusta il bavaglino a milioni di italiani. Magari, in alcuni casi, a seconda dell’età media o degli impegni, è disponibile anche a rimboccare le coperte.




Avete presente quando Mario Giordano si avvicina alla telecamera restringendo il campo visivo ai lineamenti del suo volto? Provate a sostenere che non sia amorevole, che non sia gentile, nei suoi bisbigli e mormorii, che lasciano trapelare un animo straziato.

Certo, sono più comuni i momenti di stress e di ira, con tanto di sbracciate plateali e labbro inferiore torturato dagli incisivi superiori. Sono più appassionanti, forse, le camminate a lunghe falcate sulla passerella di “Fuori dal coro“. Ma Mario Giordano è più caritatevole di quanto dimostri in queste occasioni.

Probabilmente risale all’alba dei tempi quell’abitudine degli uomini, quando si accucciano nei loro giacigli, di cominciare a pensare, e spesso tirare le somme, fare qualche conto, ma anche un breve esame  di coscienza. A dirla tutta, non se ne esce sempre immacolati. Mario Giordano ha scoperto che in questi casi può rendersi utile.

Non è vero che sei stato esagerato a difendere il tuo Paese, fratello” queste le parole che proferirebbe a bassa voce se vi sentiste in difficoltà a prendere sonno. “Non è vero che sei stato omofobo solo perché ti piace la famiglia tradizionale, compatriota” questa la consolazione se sentiste lo stomaco appesantito.

Mario Giordano è anche uno scrittore. Se vi capitasse di leggere la sua bibliografia vi accorgereste immediatamente dei temi d’avanguardia trattati nei suoi scritti. Nell’elenco bibliografico di Wikipedia si ripetono con veemenza e costanza le parole “tasche” e “soldi“, quasi il vate stesso, con tonante zelo vociasse, facendo tremare le colonne del potere.

E’ quindi un uomo bipartito Mario Giordano, costantemente chiamato su due fronti: la consolatio e l’accusatio. Cardine dei nostri tempi angusti e responsabile dell’agognata veritas, che si spera sempre non essere troppo arida. Il pianto e la disperazione in prima serata non sono, dunque, meri artifici da circense, giochi di luce da cineasta, specchi per le allodole da scaltro cacciatore.

E’ tutto vero, Mario Giordano soffre per noi. Prega. Si sveglia in ansia in mezzo alla notte buia per noi. Ascolta le nostre suppliche e lagnanze. Vive in mezzo a noi.

Questo governo ha trovato, infine, il suo profeta.

Paolo Onnis

 

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