Durante l’ultima puntata di “fuori dal coro” su Rete 4, Mario Giordano a mezzanotte ha inscenato un teatrino mediatico pro-allevamenti (ma lui dice di voler bene agli animali) e ha (bis)trattato la proposta dei Verdi di vietare la lana.
Uno dei messaggi trasmessi allo spettatore in pratica è che le pecore ci ringraziano per il servizio di tosatura che gli offriamo…
Innanzitutto c’è da sapere che le pecore discendono dai mufloni, i quali non hanno lana.
Un team di ricercatori francesi ha scoperto il processo evolutivo che ha sostituito il pelo con uno spesso vello ricciuto. Un processo che è il risultato di almeno 5 mila anni di selezione da parte dell’uomo, interessato alla carne, al latte, alla pelle e infine alla lana di questi animali.
Al termine di ripetuti incroci e di successive selezioni, l’uomo ha creato la pecora, che ha acquisito le sue attuali qualità, ha perso le corna e sviluppato il manto di lana.
Ogni essere vivente nasce con una struttura fisica e caratteristiche anatomiche per motivi specifici. L’uomo, ovvero l’unico essere megalomane della terra, gioca al Dio di turno, permettendosi di modificarle spinto soprattutto da interessi personali ed economici.
La lana non è cruelty free
Ogni capo di abbigliamento, che contenga fibre di origine animale non può non essere ottenuto attraverso un maltrattamento ed uno sfruttamento di animali.
Oggi la tosatura delle pecore è quasi totalmente automatizzata essendo legata alle misure standard delle macchine, quando la pecora è “fuori misura”, le lame, che in pochi minuti hanno il compito di tagliare tutta la lana, le tagliano anche la carne.
Questo meccanismo può portare d’estate a colpi di calore anche mortali, mentre in caso di abbassamento della temperatura, gli ovini corrono il rischio di morire per l’esposizione al freddo eccessivo.
Se non automatizzata, essa viene effettuata da personale pagato in base al quantitativo di lana tosata ed è per questo motivo che cercano di essere il più veloci possibili, senza occuparsi delle ferite che le pecore riportano.
Gli animali subiscono innumerevoli sevizie:
• i maschi vengono castrati con “l’elastico” (un metodo dolorosissimo secondo il quale con legacci si ferma la circolazione sanguigna causano la cancrena, con sofferenze atroci prima della caduta dei testicoli o anche della coda)
• a tutti gli animali viene tagliata la coda o praticato il “mulesing“ (operazione che comporta lo scuoiamento dell’area perianale ed il taglio della coda dell’animale, lasciando la carne viva e sanguinante, in questo modo si evita che la pecora sporchi il suo prezioso vello con gli escrementi o che le mosche depositino le loro uova tra la lana.)
Il tutto avviene senza anestesia.
Inoltre gli allevamenti hanno un numero talmente tanto alto di animali che ogni anno milioni di esemplari muoiono schiacciati dalle altre pecore, soprattutto a pochi giorni dalla nascita.
Non solo le pecore
Anche altre specie animali come capre, conigli e alpaca vengono allevati e sfruttati nelle medesime condizioni per avere lana di angora, cachemire e alpaca.
Dunque:
1) Le pecore allevate sono ormai per lo più geneticamente modificate per produrre più lana del loro necessario.
2) Vengono tosate brutalmente da operatori pagati a cottimo per volume di lana, maltrattate e picchiate per costringerle alla immobilità e vengono ferite dagli strumenti taglienti utilizzati.
3) Il più delle volte la tosatura avviene “a macchina” e gli ovini vengono spinti velocemente dentro queste macchine infernali che arrivano a ferire e addirittura a tagliare lembi di pelle e porzioni di carne.
4) Le pecore allevate per la lana merino hanno una pelle rugosa e ricca di pliche (più superficie di pelle uguale a più lana).
Le pliche si infettano e nelle piaghe le mosche vi depositano delle larve che si mangiano viva la pecora.
Per ovviare al problema, gli allevatori asportano senza anestesia porzioni di carne al vivo intorno alla coda e parte posteriore della coscia, peggiorando spesso la gravità dell’infezione.
5) La tosatura avviene quando la lana è al massimo della sua resa e abbondanza ovvero prima dell’inizio primavera quando fa ancora freddo e si calcola per difetto che siano un milione ogni anno le pecore morte di freddo.
6) Gli ovini sopravvissuti a queste torture che per età e sfruttamento non producono più una lana bella e abbondante, vengono caricati su camion e costretti a viaggi della morte: calpestati, assetati, terrorizzati e disperati verso i mattatoi.
7) Gli ovini maschi alla nascita vengono privati della coda usando un coltello e senza anestesia, poi sempre senza anestesia vengono decornati con cesoie e vengono tagliati i testicoli fermando l’emorragia con fascette legate strette.
8) Animali senzienti tenuti in queste condizioni disumane hanno un elevatissimo tasso di mortalità che viene ovviato facendo nascere sempre più soggetti e sfruttando con le pecore con gravidanze continue.
Tessuti simil lana totalmente vegetali
L’albero del KapokIl Kapok è una fibra 100% vegetale e naturale che si ottiene dai frutti di un albero molto diffuso in sud America, la Ceiba pentandra, detta Ciba, della famiglia delle Bombacee.
Questa fibra può essere considerata realmente biologica perché:
•cresce spontaneamente
•ecocompatibile e sostenibile
Calotropis, della famiglia delle Apocynaceae, genere di piante originarie dell’Asia meridionale e del Nord Africa: sono piante spontane e rustiche, con esigenze minime e che richiedono poca acqua, da cui si può ottenere un filato simile alla lana, ma ovviamente del tutto vegetale.
Ciò che le rende adatte a produrre filati, è il fatto che le fibre dei baccelli e dello stelo siano internamente cave, struttura molto simile a quella delle fibre di lana Alpaca.
Gli studenti dell’università delle Ande a Bogotà, in Colombia, hanno creato “Woocoa”, una “lana” 100% vegetale composta da una combinazione di canapa e fibre di cocco trattate con enzimi estratti dal fungo Pleurotus. È molto versatile e adatta per essere tessuta e tinta in modo simile alla lana vera.
Altri tessuti ugualmente caldi ma senza crudeltà sono cotone invernale (nella cui trama si trovano microscopiche camere d’aria che isolano perfettamente dal freddo) viscosa, canapa, alcantara, fustagno.