Le bombe spingono Le Pen, non solo quelle esplose ad orologeria presunte islamistiche, ma anche quelle implose di una sinistra dedita al liberismo selvaggio che se ne fotte delle condizioni di vita di lavoratori e disoccupati e giustamente viene surclassata da un liberista doc, espressione dell’alta finanza.
Tuttavia la razzista Marine, figlia di papà nazista, non ce la farà mai a diventare presidente francese. Le Pen, confermandosi fenomeno da baraccone paesano, ha preso più voti nella provincia profonda, mentre si è fermata intorno al 10% nelle grandi città con un elettorato più evoluto.
La sua politica nazionalista che troppo ricorda quella fascista, la terrà ferma lì dov’é. La Francia per fortuna non è l’America.
Quanto accaduto Oltralpe fa fischiare le orecchie anche al partito di Renzi, avanti di questo passo e di questa politica sparirà dalla scena.
Tuttavia il Lepenista padano Salvini non speri di crescere, anch’egli è un fenomeno paesano, visto che neanche al Nord riesce a conquistare le grandi città. Non parliamo invece del Sud, dove è preso a fischi e pernacchie, visto il suo razzismo antimeridionale, ancorché recentemente mascherato da nazionalismo, con l’eterna faccia nascosta da “prima il nord”. Che accadrà in Italia alle prossime elezioni? Un tripolarismo quasi perfetto, al momento dicono i sondaggi. Sondaggi che però mentre in Francia risultano efficaci, in Italia solitamente falliscono. Sarà la doppiezza degli elettori interrogati o quella degli istituti di ricerca telecomandati dai partiti? Non sappiamo. Resta comunque tutta l’incognita, il Pd, con l’incredibile (nel senso di poco credibile) Renzi potrebbe fermarsi al 20%, l’ex Cavaliere è rimasto senza cavallo, Salvini spara a salve, la Meloni è di gusto amaro. Resta dunque il M5S quale concorrente favorito, senza dimenticare però il fattore Sud. Il passato referendum, le lotte popolari contro mafie e governi distruttori dell’ambiente, la ritrovata coscienza meridionalista e consapevolezza della grandezza della sua identità storica, i sindaci di Napoli, Messina, Palermo, e molti altri slegati dai partiti…tutto lascia pensare che se il Sud saprà unirsi in un fronte meridionale farà venire molti mal di testa al sistema politico tradizionale. Vedremo.
Raffaele Vescera