In questa storia ci sono 3 protagonisti: un giornalista, Antonio Caprarica (a sinistra), un esperto di tennis, Adriano Panatta (a destra), e una campionessa di tennis, Maria Sharapova (in centro).
In diretta a “Quelli che il calcio” (lo trovate su RAI Play, intorno alle due ore e dieci minuti), il signor Panatta, 69 anni, commenta il ritiro dall’attività sportiva a 32 anni della famosa e bravissima tennista russa, Maria Sharapova.
Adriano Panatta, 69 anni – l’esperto di tennis, ricordiamo – si sente quindi in dovere di commentare la carriera della Sharapova dicendo che a lui non è mai piaciuta molto, non l’ha conosciuta ma “sembrava che ce l’avesse solo lei”.
“SEMBRAVA CHE CE L’AVESSE SOLO LEI”.
La campionessa di tennis non viene commentata per la sua bravura, la sua tecnica, le sue vittorie, no, viene commentata per la sua inclinazione a fare o meno i sorrisini ai maschietti arrapati. E soprattutto ai vecchiarelli di quasi 70 anni che potrebbero essere suo nonno.
A questa infelice uscita seguono risate, finto imbarazzo, altra battutina.
Finché arriva lui, Antonio Caprarica, il giornalista, che dice di avere conosciuto la Sharapova giovanissima, alla sua prima vittoria a Wimbledon a soli 17 anni. La descrive come “spettacolare e brava”. Racconta la sua ammirazione per la persona, per il talento, la forza e il carattere. E dice testuali parole: “Adesso qui parla una tribù di MASCHI, DEPRESSI e REPRESSI. Di questa donna capace di incutere TERRORE per la sua forza fisica e per il suo appeal sessuale. La stanno demolendo. Invece no: viva la Sharapova”.
Applausi, caro Antonio Caprarica, finalmente un Uomo con la U maiuscola. Perché è così che dovrebbero essere i veri uomini: considerare le donne per quello che sono come persone, non come oggetti sessuali a loro disposizione, ma soprattutto difendere le Donne dal maschilismo della società.
Imparate signori, fatelo anche voi. Alzate la voce di fronte ai commenti sessisti, chiedete rispetto, difendete le donne.