La notizia arriva dal British Antarctic Survey (organizzazione con base a Cambridge e in Artico e Antartide che conduce ricerca interdisciplinare d’avanguardia), pare proprio che fra una quindicina d’anni avremo un mare artico senza ghiaccio.
Il nuovo studio uscito su Nature è stato reso possibile dai nuovi modelli climatici sempre più accurati e si basa sul confronto col passato per prevedere il futuro.
Perché confronto col passato?
La Terra ha già avuto periodi più caldi con un mare artico libero da ghiacci (in quel caso ovviamente per ragioni naturali e il cambiamento fu molto più graduale) durante l’ultimo periodo interglaciale.
Non tutto però era chiaro agli scienziati, i modelli climatici che applicavano non spiegavano come la temperatura nell’artico si fosse alzata tanto da arrivare ad avere un mare senza ghiaccio.
La risposta negli stagni di fusione
I nuovi modelli climatici hanno permesso di incorporare un fatto prima trascurato: il cambio di riflettività (o riflettanza) del ghiaccio durante la stagione calda per via degli “stagni di fusione” (melt ponds).
Cosa sono? Durante la stagione calda sul ghiaccio marino si creano delle pozze d’acqua causate dal parziale scioglimento del ghiaccio.
Il nuovo modello dimostra che l’estensione di queste pozze, che riflettono la luce solare in maniera diversa rispetto al ghiaccio, è importante nel determinare quanta luce solare sia riflessa nello spazio e quanta venga assorbita dal ghiaccio.
La previsione per il futuro
Man mano che le estati artiche diventano più calde possiamo immaginarci queste pozze sempre più grandi e numerose e dunque sempre meno efficienza del ghiaccio nel riflettere la luce solare.
Secondo due degli autori dello studio, il dottor David Schroeder e il professor Danny Feltham dell’Università di Reading, coloro che hanno implementato nel modello lo schema degli stagni di fusione, lo studio dimostra quanto sia importante includere nei modelli l’interazione ghiaccio/mare.
Gli autori dello studio hanno utilizzato il loro modello prima per ricostruire cosa fosse successo durante l’ultima era interglaciale e ha spiegato come si arrivò a un mare artico senza ghiaccio.
In seguito l’hanno utilizzato con i dati attuali per fare una previsione e il risultato è stato che dal 2035 la calotta artica potrebbe essere un ricordo.
Ottimo per la navigazione a cui si aprirebbero nuovi rotte, ma i lati positivi finiscono qui mi pare, quelli negativi li conosciamo tutti.
Roberto Todini