Caso Manuel Bortuzzo: i presunti colpevoli della sparatoria confessano

Manuel Bortuzzo

Fonte: https://roma.repubblica.it

Sono stati resi noti i volti delle persone che avrebbero sparato a Manuel Bortuzzo lo scorso sabato notte nel quartiere Axa di Roma. Si tratterebbe di due ragazzi di 24 e 25 anni costituitisi ieri sera dopo essersi presentati in questura accompagnati dai loro legali.

La sparatoria

Manuel Bortuzzo è un ragazzo come tanti, ha quasi vent’anni e conduce una tranquilla vita nella capitale, ma che è destinata a cambiare nel peggiore dei modi. Sabato sera, infatti, Manuel esce assieme ad una ragazza, e intorno alle 2 della mattina di domenica si ferma assieme a lei ad un distributore di sigarette. Di lì a poco, la tragedia: due persone a bordo di uno scooter sparano alcuni colpi, uno dei quali raggiunge la schiena di Manuel. Mentre lo scooter riparte, la polizia, intervenuta poco prima per sedare una rissa in un vicino pub, raggiunge i ragazzi e presta i primi soccorsi. Manuel viene portato all’ospedale San Camillo, dove gli viene diagnosticata una lesione al midollo spinale. Al suo risveglio, avvenuto ieri in mattinata, Manuel scopre di non riuscire più a muovere le gambe.




I presunti colpevoli

Negli ultimi giorni le indagini della polizia si sono concentrate sull’ambiente della malavita romana, senza però ottenere risultati.  Poi, ieri sera, due ragazzi poco più grandi di Manuel si sono presentati in questura per confessare il reato. Si tratta di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, due giovani di Acilia con diversi precedenti per droga. Stando al racconto dei due, quella notte avrebbero partecipato alla rissa scoppiata nel pub vicino al distributore dove è stato ferito Manuel. Pochi minuti dopo essere usciti, i due ragazzi avrebbero incrociato Manuel, e Bazzano, scambiandolo per un nemico, avrebbe estratto la pistola esplodendo tre colpi.  I due giovani hanno passato la notte nel carcere di Regina Coeli, e ora rischiano una condanna che varia dai 7 ai 20 anni di reclusione.

Le indagini sono comunque ancora aperte, e la storia non è che al suo inizio.

Francesco Cambilargiu

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