La grande manifestazione per Bolsonaro e il vittimismo politico come propaganda

manifestazione per Bolsonaro in Brasile

Nella tumultuosa e quanto mai instabile scena politica brasiliana, l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro continua a essere al centro delle controversie politiche, nonostante le numerose inchieste che lo coinvolgono. Domenica 25 febbraio, più di centomila sostenitori si sono radunati a San Paolo per dimostrare il loro sostegno al leader in una grande manifestazione per Bolsonaro, in un momento in cui le accuse di coinvolgimento in presunti tentativi di sabotaggio e colpo di stato minacciano la sua posizione.

Jair Bolsonaro è infatti l’ex leader del partito di estrema destra brasiliana. L’obiettivo della manifestazione era dimostrare il persistente sostegno del leader, nonostante le numerose inchieste che lo coinvolgono. Nella manifestazione per Bolsonaro, si portano in piazza le proteste contro le attuali accuse principali riguardano il suo presunto coinvolgimento nel tentativo di sabotaggio delle elezioni presidenziali del 2022 e il suo ruolo in un presunto colpo di stato dell’8 gennaio 2023.

Accuse e inchieste

La manifestazione per Bolsonaro sottolinea che una grande parte della popolazione brasiliana sostiene la sua futura candidatura a nuovo presidente del Brasile, nonostante tutte le accuse pendenti su di lui. L’ex presidente è stato infatti accusato di aver modificato un decreto per alterare i risultati elettorali e di complottare per imprigionare un giudice della Corte Suprema dopo la sua sconfitta al ballottaggio contro Luiz Inácio Lula da Silva. La sua partecipazione e il supporto all’assalto alle istituzioni brasiliane dell’8 gennaio 2023 sono oggetto di ulteriori indagini, con accuse di pressioni sui capi militari per unirsi al tentativo di colpo di stato. 

Durante la campagna elettorale del 2022, Bolsonaro aveva denunciato presunti brogli senza presentare prove, motivo per cui è stato condannato per abuso di potere e diffusione di informazioni false, con una conseguente ineleggibilità fino al 2030. La polizia brasiliana sta attualmente indagando su un’organizzazione criminale presunta di cui Bolsonaro farebbe parte, accusata di cercare di sovvertire l’esito delle elezioni.

Il 22 febbraio scorso, Bolsonaro è stato convocato per un interrogatorio sulla sua presunta partecipazione al tentato colpo di stato. Questa è stata l’occasione eclatante, nel corso del comizio, per sottolineare di essere vittima di persecuzione politica e per richiedere un’amnistia per i suoi sostenitori imprigionati a seguito dell’assalto del gennaio 2023.

La manifestazione per Bolsonaro e il suo discorso

Nel corso della manifestazione per Bolsonaro, il protagonista della mobilitazione di massa ha tenuto un discorso in cui ha negato tutte le accuse, adottando un tono più conciliante nei confronti delle istituzioni brasiliane rispetto al passato. Questo cambiamento di approccio potrebbe essere stato motivato dal consiglio del suo team, che gli ha fatto comprendere che attaccare le istituzioni potrebbe complicare ulteriormente la sua situazione legale.



Nel suo discorso piena di retorica anti governativa, la frase che più ha colpito la popolazione e che più ha avuto un impatto mediatico è stata quando Bolsonaro ha affermato di essere “un perseguitato politico”. La folla gialla e verde ha iniziato a rivendicare le sue parole, accompagnate da critiche ai governi passati e accuse nei confronti delle istituzioni.

Bolsonaro infatti, come affermato, chiederà al Parlamento e alla Giustizia brasiliana l’amnistia per tutte quelle persone condannate per aver sostenuto la sua politica aggressiva. In particolare modo infatti, Bolsonaro si riferiva alle condanne e denunce che molti suoi seguaci hanno ricevuto dopo aver assaltato edifici pubblici o fatto parte del colpo di Stato.

A concludere il discorso al suo grande raduno è stata una frase in nome della pace del paese. Ha sostenuto infatti di “dimenticarsi del passato, per vivere in pace e senza scandali”. 

Come la manifestazione per Bolsonaro abbia sottolineato la divisione del Brasile

Il raduno ha anche evidenziato le divisioni nel paese, con sostenitori che indossavano maglie della nazionale brasiliana e sventolavano bandiere israeliane in segno di protesta contro le dichiarazioni di Lula, che aveva paragonato l’offensiva israeliana a Gaza all’Olocausto.

Il Brasile è tutt’oggi un paese estremamente diviso, sia a livello sociale sia politico. Inoltre, soffre di una forte instabilità politica che ha causato tutti questi assalti e inchieste giudiziarie. L’impatto della personalizzazione della politica operato da Jair Bolsonaro è tangibile e altamente distruttivo. Anche le rivendicazioni nazionalistiche attraverso la maglietta della nazionale brasiliana, sottolineano quanto Bolsonaro abbia un elevato seguito pubblico, che non si estende solo alla politica, ma anche al calcio, uno dei più importanti collanti sociali nel mondo.

Come infatti hanno dichiarato moltissime persone presenti alla manifestazione per Bolsonaro, l’ex presidente incarna il motto di “Dio, patria, famiglia”: uno slogan tanto diffuso quanto pericoloso, che inneggia ad ideologie ultra conservatrici, economie iper isolate, oltre al sessismo, razzismo e omofobia di Stato.

Complessità politica dalla manifestazione per Bolsonaro

Le indagini in corso e le accese dinamiche politiche rendono la situazione brasiliana estremamente complessa, con Bolsonaro che cerca di mantenere un sostegno popolare mentre affronta gravi accuse. La sua posizione legale e politica è in bilico, e l’esito delle indagini determinerà il futuro del controverso ex presidente brasiliano.

Nonostante le indagini però, la manifestazione per Bolsonaro di ieri è stata indice di un grande appoggio popolare che l’ex presidente abbia mai registrato. Pericolose sono infatti le sorti del Brasile quando la sua ineleggibilità terminerà. La folla applaudiva e continuava ad inneggiare cori e slogan per lui, mentre, dal palco, continuava a inneggiare contro ogni forma politica di socialismo e welfare State. 

 

Lucrezia Agliani

 

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