Get up, Stand up! Stand up for your rights. Questo il nome della manifestazione che diverse associazioni e movimenti per i diritti umani hanno indetto per il 15 dicembre a Roma. Una protesta importante, a favore dei diritti, dell’integrazione e della regolarizzazione dei migranti, contro il decreto Sicurezza, il razzismo e il caporalato.
Quando gli organizzatori si sono recati in Questura per ottenere il via libera, hanno ricevuto il divieto di sfilare tra le strade della Capitale nella giornata prevista. Immediatamente è scoppiata la polemica, e si è fatto un gran parlare di diritti umani calpestati e di attacco alla democrazia. Le forze dell’ordine hanno immediatamente replicato all’accusa, affermando di non aver negato nessun diritto ma di essersi limitate a chiedere di fornire una data ed un percorso alternativi.
Le ragioni della Questura
Per quel pomeriggio fatidico è infatti già previsto un diverso corteo organizzato dal sindacato USB, anch’esso deciso a sfilare in Centro. Il percorso delle due manifestazioni andrebbe quindi ad incrociarsi, andando ad affollare ulteriormente le strade della Capitale, già trafficate da turisti e residenti intenti a fare acquisti per Natale. La presenza di due manifestazioni aumenterebbe inoltre la difficoltà delle forze di polizia nel mantenere l’ordine ed impedire l’infiltrazione di forze violente e ostili ai temi trattati. Onde evitare una situazione caotica e potenzialmente esplosiva, dunque, la Questura ha invitato gli organizzatori della manifestazione per i diritti umani a cercare soluzioni alternative.
Una situazione complicata
Nelle ore successive all’incontro, sono trapelati alcuni particolari riguardo le dichiarazioni della Questura. Anzitutto, gli organizzatori avrebbero suggerito un percorso alternativo, da Piazza Vittorio Emanuele II a Piazza San Giovanni, che però le forze di polizia avrebbero rifiutato. La Questura ha riposto infatti di non essere in grado di garantire il servizio in presenza di due manifestazioni contemporanee. Alla richiesta della Questura di spostare la manifestazione per i diritti umani al 22 dicembre, gli organizzatori hanno risposto negativamente, replicando che in tale data il traffico natalizio sarebbe ancor più intenso.
La situazione è al momento ancora in stallo, e nessuno dei due fronti sembra voler cedere. Una cosa però appare certa: sarà un inverno infuocato per la Capitale.