Manica e migranti: la pericolosa traversata vero il Regno Unito.
Si tratta di cittadini perlopiù iracheni, iraniani, yemeniti, sudanesi, eritrei ed egiziani che tentano la fortuna avventurandosi nel Canale della Manica. La meta? Il porto di Dover e la ricerca di una vita migliore. Molti di loro, però, al porto non ci arrivano neanche a causa delle imbarcazioni precarie di cui fanno uso.
Solo nel 2020 più di 8mila migranti hanno attraversato la Manica in barca e più di 1500 lo hanno già fatto quest’anno. La risposta del governo britannico? L’attraversamento su piccole imbarcazioni è illegale, pertanto, potrebbe comportare un blocco al ricevimento della residenza permanente.
Le barche di piccole dimensioni rappresentano un grande pericolo per le vite che tentano la traversata. Se il mare è particolarmente mosso o il vento e le intemperie sono particolarmente insistenti, infatti, l’esito potrebbe essere fatale.
Tanti sono stati i casi di annegamento verificatisi a causa di gommoni comprati nei supermercati o di barche certamente non idonee. Proprio per questo motivo, il governo ha decretato come impraticabile e illegale la traversata in determinate condizioni. Tuttavia, gli esperti umanitari affermano che l’unico modo per ridurre questa pratica è quello di migliorare e intensificare le lotte sicure e legali verso il Regno Unito per quanti ne richiedono asilo.
“Quando il governo in Francia e nel Regno Unito non ci lascia passare con i camion, dobbiamo andare in barca. È pericoloso per noi, ma lo faremo. Lo farò anch’io, presto. Quando avremo una barca, andremo in barca.”, afferma un giovane a Calais, in Francia.
Gli accordi tra Francia e Gran Bretagna
Nel Novembre scorso le due potenze mondiali hanno trovato un punto di incontro nel frenare il fenomeno così insistente. La prima misura è stata messa in atto dall’1 Dicembre e si tratta del raddoppiamento delle pattuglie francesi che avranno il compito di monitorare chiunque sia in procinto di effettuare la traversata. Inoltre, sono stati stanziati circa 31milioni di euro per il contenimento del fenomeno. Intanto, la polizia francese ha proceduto con un sopralluogo delle aree occupate da centinaia di clandestini in attesa dell’occasione adatta per arrivare in Inghilterra. Il Regno Unito, dal canto suo, potrebbe bloccare il ricevimento della residenza permanente anche se la domanda di asilo del richiedente fosse riconosciuta.
Tante sono le strategie messe in atto e tanti gli sforzi da ambedue i Paesi. Pare, però, che la caparbia della gente che intende attraversare il Canale sia più forte di qualsiasi provvedimento adottato.
Mariachiara Grosso