Malpensa e ‘Ndrangheta: la cosca ci mette le mani e 34 finiscono in arresto

‘Ndrangheta, politica e gestione di attività commerciali e di parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa. Sono questi gli elementi dell’indagine “Krimisa” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano che hanno portato all’arresto di 34 persone.

Al centro dell’inchiesta ci sarebbero degli affari locali appartenenti all’ndrangheta che hanno portato al sequestro di due parcheggi privati, “Malpensa Car Parking” e “Parking Volo Malpensa“, oltre a metà delle quote della società “Star Parkings“. Le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Milano hanno portato all’arresto di 34 persone, tra cui 32 italiani, un marocchino e una rumena (27 in carcere e 7 ai domiciliari).

Inoltre sarebbe emerso anche un legame tra l’ex sindaco di Lonate Pozzolo, Danilo Rivolta, di Forza Italia, che venne già arrestato nel 2017 per tangenti. L’elezione di Rivolta sarebbe stata appoggiata da famiglie calabresi legate alla cosca che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano, ucciso nel 2006. Tra gli indagati spunta anche il nome di un consigliere di Fratelli d’Italia e un perito che lavorava per la Procura di Busto Arsizio, che avrebbe fatto da talpa su alcune indagini in corso.

Le province interessate vanno da nord a sud: Milano, Ancona, Aosta, Cosenza, Crotone, Firenze, Novara e Varese. I 34 responsabili sono accusati di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. Reati aggravati in quanto commessi attraverso l’uso del metodo mafioso.




Le cosche mafiose puntavano ai parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa e alla costruzione di attività commerciali nei comuni adiacenti. Il decreto ha permesso di sequestrare all’ndrangheta beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro. Le intercettazioni hanno permesso di documentare gli incontri duranti i quali si discuteva di questioni prettamente politiche e di pianificazioni imprenditoriali, i cui guadagni sarebbero stati investiti nell’acquisto di ristoranti e terreni per la costruzione di parcheggi.

Serena Fenni
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