“Perché non mangiare gli insetti?” è un manifesto scritto dall’inglese Vincent M. Holt nel XIX secolo. Non abbiamo notizie certe su questo autore: naturalista, viaggiatore, sociologo o scrittore. Sono diversi i dubbi anche sulla sua natura di scrittore poiché non abbiamo pervenuto altri testi. Eppure possiamo affidarci ad un piccolo librettino scritto durante l’epoca del conformismo vittoriano. Soprattutto per questa epoca, ma ancora per la nostra, l’idea di mangiare insetti è alquanto bizzarra. Tuttavia la tesi di Vincent Holt è ben argomentata: gli insetti sono un cibo sano e facilmente accessibile a tutti.
La mia intenzione non è quella di convincervi a mangiare gli insetti, ma di riflettere sulle ipocrisie culturali che ci trasciniamo pesantemente da un’epoca all’altra. Diversi studiosi, tra cui Claude Levi-Strauss, hanno già valutato la possibilità di mangiare insetti una questione prettamente culturale senza nessun ostacolo pratico. Negli ultimi dieci anni sono stati affrontati diversi studi sull’introduzione degli insetti nella nostra alimentazione. Secondo la Food and Agricolture Organization delle Nazioni Unite (FAO) gli insetti sono la proteina del futuro. In seguito alle considerazioni della FAO, dal 2017 è anche possibile trovare gli hamburger di insetti nei supermercati svizzeri!
Ritornando al manifesto dello scrittore inglese, è necessario chiarire un presupposto fondamentale che Holt ci tiene a sottolineare dal principio:
Ci sono insetti e insetti. I miei insetti sono tutti vegetariani, puliti, sani e saporiti come cibo e decisamente più attenti di noi a quello che mangiano.
Vediamo insieme 5 motivi per cui la dieta a base di insetti non è così insensata:
- Gli insetti sono composti della stessa sostanza degli altri animali.
- Molti insetti sono vegetariani: si cibano esclusivamente di vegetali. Mentre l’aragosta per esempio, culturalmente accettata sin dai tempi di Cicerone, è attratta da esche di pesci morti. Addirittura Holt, scrive che il pescatore esperto le cattura con carne putrida o pesce così marcio da non poter attirare neanche un granchio! Mentre le lumache, mangiate da pochi, si cibano di nutrimento puro. E l’anguilla? E’ mangiata fritta, in umido, in crosta, sebbene ingurgiti qualsiasi cosa, così come il maiale. Il maiale è spesso considerato l”animale impuro” della Bibbia e nella tradizione ebraica è vietato mangiarlo. Come ben sappiamo, è vietato anche nella tradizione musulmana. Eppure la pancetta di maiale (così come le altre sue parti) sono degli alimenti che la nostra cultura accetta molto volentieri! E allora, perché gli insetti ci creano ribrezzo? Perché non siamo abituati!
- Un’altra proposta di Holt è quella di raccogliere gli insetti distruttori che danneggiano i campi. In questo modo si eviterebbero i danni arrecati alle piante e i contadini sarebbero ricompensati doppiamente. Gli insetti raccolti potrebbero essere un’alternativa nutriente nelle loro tavole, contro la povertà dei raccolti.
- Infatti coloro che non possono permettersi di nutrirsi in maniera adeguata e trascurano la propria alimentazione, allevierebbero la fame con il nutrimento degli insetti. Sono economici, in grandi quantità e accessibili a tutti. Anzi in alcune zone rurali dell’Africa, dell’Asia, del Sud America e dell’Europa, l’invasione delle locuste è una vera e propria piaga!
- In Asia, in Africa e in centro America sono più di due miliardi le persone che mangiano insetti. Ma ci sono tracce di recensioni positive anche nell’Antica Roma. Infatti Aristotele era ghiotto di cicale, affermava che hanno un buon sapore. Erodoto descrive come i Nasamoni riducevano le locuste in polvere e le cucinano come focacce. Mentre nel Levitico (11, 22) Mosè incoraggia il popolo di mangiare insetti che si nutrono di cibi puri.
Qualche ricetta
Holt consiglia alcune speciali ricette a base di insetti, vediamone insieme qualcuna :
Ricetta delle locuste dal Marocco consigliata dal reverendo R. Sheppard
Ripulitele della testa, delle zampe e delle ali, salatele, pepatele, cospargetele di prezzemolo tritato, friggetele nel burro e versate sopra un po’ di aceto
I sostituti dei gamberetti, gli onischi
Raccogliete un bel numero di onischi di qualità (non è un compito difficile visto che brulicano sotto la corteccia di tutti gli alberi marcescenti) e buttateli nell’acqua bollente: moriranno sul colpo ma non diventeranno rossi, come ci si potrebbe aspettare. Contemporaneamente ponete in una casseruola un quarto di libbra di burro fresco, un cucchiaino di farina, un piccolo bicchiere d’acqua, un po’ di latte, pepe e sale e mettetelo sul fuoco. Non appena la salsa si sarà addensata, toglietela dal fuoco e aggiungete gli onischi. E’ una salsa eccellente per il pesce.
Per la nostra cultura tutto ciò è disgustoso, ma provate ad immaginare come ci risulterebbe allo stesso modo riluttante, pensare di mangiare un mammifero come noi, se solo non ne fossimo già abituati.
Cristina Meli