Special who?
Dopo aver conquistato 3 coppe alla prima stagione, nonostante il sesto posto in campionato, Mourinho viene confermato. Il Manchester United si classifica al secondo posto con un netto distacco dai rivali cittadini del City campioni la scorsa stagione e viene eliminato in Champions League dal Siviglia di Montella. Cominciano i malumori e Mou risponde come sa fare: attraendo tutte le attenzioni su di sé, ma stavolta l’effetto è decisamente controproducente. La squadra, nonostante le centinaia di milioni di sterline spesi, in campo non brilla e i dissapori tra il tecnico e alcuni giocatori, Paul Pogba su tutti, si notano eccome. Lo United inizia male la stagione, centra la qualificazione agli ottavi di Champions ma in Premier League non brilla mai, Mou vacilla e poi… cade. Lo United perde 3-1 contro il Liverpool, Pogba non va neanche in campo e il momento sembra essere arrivato. Mou out!
Mou out, Solskjaer in
Gli succedeva già spesso da calciatore di subentrare per il Manchester United a Ole Gunnar Solskjaer, ma stavolta la chiamata dei Red Devils è stata per il posto in panchina. Nonostante giocasse spesso solo gli ultimi minuti delle partite, specie nelle prime stagioni, la sua media-gol non ha mai disilluso le attese. The baby faced assassin, questo lo spietato soprannome che gli affibbiarono i tifosi dell’Old Trafford nei primi anni di Solskjaer a Manchester. Il norvegese però, nonostante parecchi avvicendamenti coinvolsero i suoi compagni di reparto, riuscì sempre a ritagliarsi il suo spazio con Sir Alex Ferguson nei 12 anni di onorabile servizio per i diavoli rossi. Dopo un inizio di carriera non proprio brillante per Solskjaer tra Molde e Cardiff City, arriva per l’ex attaccante norvegese la chiamata che non si può rifiutare: quella che parla dritto al cuore.
Aria fresca da Nord
L’arrivo di Solskjaer sulla panchina dei diavoli rossi sembra aver risollevato il morale dato che in questo mese di gestione dell’allenatore norvegese sembra proprio un’altra squadra. Qualche accorgimento effettivamente c’è stato, ad esempio inserire Marcus Rashford al centro dell’attacco al posto di Romelu Lukaku. Poi c’è Pogba, che da quando Mou se n’è andato sembra essere rinato: 5 gol e 4 assist in 7 partite, tutte vinte. La fase offensiva di Mourinho era molto spesso oggetto di critiche. L’avvicendamento in panchina sembra decisamente abbia contribuito a migliorare il numero di gol fatti e lo stile di gioco della squadra, decisamente più offensivo. Bisogna ammettere che questo filotto di vittorie è stato possibile anche grazie alla caratura modesta delle avversarie (tranne il Tottenham). Tuttavia queste partite sono servite per capire che a Manchester non è tutto da buttare, anzi. La squadra ha ritrovato fiducia, condizione atletica e spirito di gruppo che sembravano decisamente mancare nella gestione precedente.
L’approvazione dell’ambiente
Tra le altre cose, José Mourinho nei suoi ultimi mesi sulla panchina del Manchester United aveva perso totalmente la fiducia del blocco storico dei red devils. Più di altri spesso era Gary Neville, ex bandiera , a dargli addosso incolpandolo anche di aver “fatto smettere i bambini di Manchester di sognare di giocare per lo United”. Inoltre, Neville accusava Mourinho di non rispettare gli ideali calcistici del Manchester United, da salvaguardare in eterno come quelli del Barcellona. Da quando è arrivato Solskjaer invece, l’ambiente vicino alla squadra ha ritrovato fiducia e ottimismo verso i propri beniamini. Il fatto di essere stato parte di quella squadra da sogno sicuramente gioca a favore del norvegese, che però dal canto suo sta meritando sul campo l’acclamazione da parte dei tifosi. Un’altra leggenda del club, Rio Ferdinand approva il lavoro di Solskjaer:
Non sono solo i risultati, ma anche la maniera in cui li ottiene. Ha cambiato la mentalità dei giocatori.
La vittoria di sabato contro il Brighton, con Rashford e Pogba in gol, è la settima di fila per Solskjaer. Dopo le turbolenze “Mourignane” iniziare bene era fondamentale, ora c’è bisogno di continuità nelle prestazioni per portare a termine la stagione nel migliore dei modi. In fondo Solskjaer, che tanto amava uscire dalla panchina da giocatore, potrebbe abituarsi all’idea di restare lì seduto per qualche anno.
Luca Pesenti