Manchester City, istituito un fondo per minori abusati

abusi Manchester City

Lo scandalo scoppia nel 2016

Ad iniziare la battaglia di molti ex giocatori delle giovanili del Manchester City è stato Andy Woodward, la cui testimonianza si è rivelata di importanza chiave. Tuttavia, le vittime potrebbero essere più numerose di quanto appare, anche perché gli abusi sono concentrati in almeno due diversi periodi: negli anni ’60 e tra il 1979 e il 1991. La testimonianza di Woodward fa riferimento al periodo più recente e inchioda un noto professionista del football d’oltremanica.

Due allenatori, più di 50 abusi accertati

I responsabili individuati delle atrocità sono due ex allenatori delle giovanili: John Broome e Barry Bennell. Broome è deceduto nel 2010, per cui la giustizia non ha avuto il tempo di fare il suo corso, complici i silenzi delle vittime durati oltre 50 anni. Barry Bennel, ritenuto uno dei migliori osservatori inglesi, invece è stato arrestato nel 2018 e condannato a 30 anni per aver abusato di 50 minori. La volontà e il coraggio di Woodward e tanti altri dopo di lui, spinti proprio dalla volontà di far emergere finalmente la verità hanno pagato. Bennell è stato descritto come stupratore seriale ed è emerso che abusava delle giovani vittime sia a casa propria che al centro sportivo.




L’iniziativa del club

Il Manchester City, in seguito alla condanna di Barry Bennell, non ha potuto passare oltre come se niente fosse mai accaduto. Il club ha pertanto deciso di istituire un fondo per risarcire tutte le vittime abusate durante quegli anni. Lo scopo del club non è solo quello di aiutare le persone che hanno avuto un’esperienza scioccante in quel periodo innocente e spensierato della vita. Il club con questa iniziativa invita chiunque non l’abbia già fatto a porre fine al velo di omertà calato su questa vicenda che si trascina da circa 50 anni. Ci sono voluti anni di dolorosissimi silenzi per le vittime di questi abusi per far emergere quanto successo. Nel mondo dello sport troppo spesso si assiste ad una “omertà machista” che scoraggia vittime di situazioni di questo genere ad esporsi e denunciare quanto accaduto.

Luca Pesenti

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