Per quanto la felicità non sia facilmente definibile, in linea di massima si può semplificare il concetto facendolo corrispondere ad uno stato di benessere psicofisico generale. Tuttavia le aziende si stanno rendendo sempre più conto che il loro successo è legato in primo luogo alla felicità delle proprie risorse umane. Sentirsi soddisfatti nel posto di lavoro che si occupa, dovrebbe essere una condizione naturale e imprescindibile. Purtroppo negli ultimi anni, ritenendo già una conquista eccezionale trovare un lavoro, questo presupposto è stato lasciato da parte.
Chi stesse iniziando a pensare che sia un discorso improntato sul sentimentalismo, si sbaglia: è scientificamente provato che avere dipendenti soddisfatti e motivati faccia davvero la differenza sulla performance e i risultati della produttività. Inoltre, le figure maggiormente qualificate, intuiscono subito quando e dove potrebbero avere condizioni migliori, e non esitano a partire per trovarle ad esempio all’estero, lasciando le imprese italiane a secco di gente brava. Inoltre, essere costantemente motivati, abolirebbe perfino l’assenteismo, che non avrebbe grande ragione di esistere.
Cosa fa in concreto il manager della felicità?
Innanzitutto ascolta i singoli dipendenti, identificandone i bisogni e riorganizzando in funzione a ciò, gli spazi e i tempi di lavoro. Il che non vuol dire solamente inserire il calcio balilla nella pausa pranzo, ma anche aggiungere servizi come una lavanderia o una palestra, che danno la possibilità di sfruttare i tempi vuoti sul posto di lavoro in modo produttivo.
In Italia siamo ancora agli inizi, ma negli Usa questa figura ha già un nome preciso, prendendo il nome di Chief happiness officer, il quale si occupa di incrementare la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti. Inoltre vi è il Leadership & Learning Manager, una figura più ampia che si occupa del piano di formazione di ciascun dipendente, in modo da tenere tutta la forza lavoro sempre aggiornata grazie a corsi specifici.
Gli ambienti di lavoro sono sempre più stressati, i genitori tornano a casa ogni sera in collera col mondo, rendendo la vita più amara a se stessi e a tutta la famiglia. L’incentivo economico è senz’altro la ragione per cui ci si alza ogni mattina, nonostante non si sopporti l’ambiente che ci circonderà tutto il giorno. Dunque, perché non farsi aiutare da una persona competente per migliorare le condizioni di tutti i dipendenti che potrebbero così dirigersi sul posto di lavoro, se non proprio con il sorriso, almeno con uno spirito più positivo?
Roberta Rosaci