Mamadou Ba attacca il razzismo e finisce negli abissi della giustizia

Mamadou Ba attivista antirazzista

Mamadou Ba, attivista antirazzista Senegalese

Mamadou Ba è un influente attivista antirazzista senegalese da anni residente in Portogallo. Dopo aver criticato Mario Machado, neonazista portoghese, si è ritrovato una denuncia per diffamazione. Adesso dovrà districarsi dagli abissi della giustizia

Mamadou Ba, brillante attivista per i diritti umani che da anni si batte contro il razzismo e le discriminazioni – vincitore del Premio Internazionale Front Line Defenders, assegnato agli attivisti antirazzisti – sarà coinvolto a breve in un processo penale. Non riguarda un episodio di razzismo di cui è vittima, ne un processo in cui dovrà presentarsi come parte civile.

Questa volta il processo è rivolto direttamente verso lui. Un attivista per i diritti umani che finisce nelle grinfie della giustizia per aver criticato l’aberrante violazione di un diritto: l’uguaglianza. Sembra una situazione paradossale ma è pura realtà, succede in Portogallo.

La storia della vicenda

Mamadou Ba ha pubblicato un tweet nel 2020 in cui ha definito il neonazista portoghese Mario Machado: “un assassino”,  riferendosi al suo coinvolgimento indiretto nell’omicidio di un giovane ragazzo portoghese di 27 anni – Alcindo Monteiro – ucciso durante un pestaggio avvenuto nel giugno del 1995 per opera di alcuni militanti neonazisti inferociti.

L’attivista si rivolge alla mattanza avvenuta a Lisbona il 10 giugno 1995. Il 10 giugno è la giornata in cui si celebra in Portogallo la festa nazionale, dai neonazisti conosciuta come “festa della razza” fino al 1974. La giornata è sempre stata la culla di violenti gruppi che, infuocati, la attendono – armeggiando bastoni e tirapugni – pronti per sferrare attacchi devastanti contro persone di colore. Come quello del 1995, in cui venne brutalmente picchiato e ucciso il giovane Alcindo Monteiro, che morì dopo una lenta agonia per le percosse ricevute. Quel giorno le feroci aggressioni furono undici, i neonazisti seminarono sangue e terrore per le strade, urlando persino “morte al nero”. Lasciarono un trauma ancora tremendamente vivo nel paese.

La denuncia

Nonostante tutto ciò, Machado non intende essere etichettato come “assassino” tramite un tweet, per lo più se diffuso da un attivista antirazzista come Mamadou Ba, primo bersaglio delle sue tenebrose idee. Machado ritiene addirittura che con quel tweet, Ba abbia “offeso il suo onore”.

Difendere un onore colmo di aggressioni, nostalgie naziste e trafile giudiziarie interminabili spiega come negli anni Machado non si sia mai fermato. Le radici neonaziste si sono ormai radicate senza pudore nella sua mente e nelle sue idee. E vengono perseguite, paradossalmente, anche ricorrendo alla giustizia. Machado ha presentato una denuncia contro Mamadou Ba ai sensi degli artt.180 (diffamazione) e 181 (insulti)  del codice penale del Portogallo, e chiede addirittura anche il risarcimento dei danni morali.

Chi è Mario Machado

Mario Machado è uno dei più influenti militanti neonazisti in Portogallo, conosciuto soprattutto per la sua interminabile trafila di reati per i quali si è reso colpevole, oltre che per la sua partecipazione agli infiniti raduni squadristi intrisi di un razzismo capillare. E’ il fondatore ed ex leader del Frente Nacional, del gruppo neonazista Hammerskins Portugal e del movimento di estrema destra Nova Ordem Social.

La sua carriera criminale è così colma di reati che sarebbe riduttivo considerarlo recidivo. Nel 2012 è stato condannato ad una pena cumulativa di 10 anni di reclusione per discriminazione razziale, diffamazione e possesso illegale di armi. Nel 2016 invece è stato condannato per estorsione aggravata. Negli anni ha inoltre subìto numerose denunce e altri processi.

La vita di Mamadou Ba

Mamadou Ba ha 48 anni e nasce a Kolda, una delle quattordici regioni che dividono il Senegal. Già nel cuore dell’adolescenza coltiva una passione, quella per la lingua portoghese, che lo porta a frequentare un corso di studi inerente, in cui si laurea. Da quel momento la strada sembra tutta in discesa: si trasferisce in Portogallo, frequenta un master e si specializza in traduzione linguistica.

Ma non è un semplice traduttore. Negli anni infatti si sta impegnando nel combattere uno dei più grandi problemi del mondo intero, Europa compresa: il razzismo. Ba ha una voglia forte di sradicarlo perché lo tocca da molto vicino, dato che ogni giorno continua ad esserne vittima, soprattutto da chi fa del razzismo una filosofia di vita, come i neonazisti. Che sia ispirato dal passato del suo Senegal, che dopo gli anni 60 subisce ancora oggi una profonda eredità coloniale o dalle discriminazioni che ogni giorno dilaniano migliaia di suoi connazionali e non, Mamadou Ba combatte per i diritti umani e lo fa con tutti i mezzi a disposizione. Primo fra tutti la parola, mezzo talmente prezioso che riesce a far paura con poco, anche solo con qualche riga.

Le sue battaglie contro il razzismo

Negli anni di residenza in Portogallo, Ba fonda infatti molte associazioni antirazziste  improntate verso la tutela dei diritti umani,  formate per la maggior parte da membri africani. Tra le più importanti troviamo La Rete antirazzista del Portogallo e l’Alleanza dei popoli africani in Europa. Ma è soprattutto in SOS racismo – movimento antirazzista portoghese nato negli anni 90 – che fa sentire la sua voce militando incessantemente contro le discriminazioni razziali, tanto da diventarne anche leader.

Per un breve periodo, Ba prende le redini anche di Bloco de Esquerda – partito socialista portoghese – ma accortosi di profonde divergenze all’interno del movimento, lo abbandona nel 2019.  Oltre l’attività di traduzione di documenti – soprattutto di asilo – richiesti dai connazionali, adesso Ba si dedica a tempo pieno all’attivismo antirazzista, motivo principale di una battaglia senza fine contro migliaia di organizzazioni e movimenti che da tempo cercano di ostacolarlo.

Un uomo perseguitato

Ba ha subìto negli ultimi anni minacce di morte e aggressioni fisiche da parte di militanti di estrema destra, ultima un’aggressione a Lisbona nel 2020 mentre percorreva le vie della città insieme al figlio. Nello stesso anno la sua vita è stata minacciata pesantemente, tanto che la polizia portoghese si è trovata costretta a concedergli un breve periodo di protezione.

Quella che l’attivista subisce è una forte persecuzione, nel tentativo di logorarlo nel morale per abbatterlo. La sua vita è resa impossibile da un macigno di odio e violenza, da chi per la vita umana ha una considerazione nulla, da chi crede che essere diversi sia motivo di discriminazione ed emarginazione sociale.

Tra pochi giorni inizierà il processo. Mamadou Ba rischia di essere rinchiuso in una struttura carceraria, la stessa che negli anni ha ospitato le cellule neonaziste del paese, compreso Machado.

Intanto, anche il movimento SOS Racismo interviene con un comunicato. Di seguito un estratto:

Seguiamo e attendiamo il processo, continuando a lottare affinché il sistema giudiziario portoghese, uno dei pilastri dello stato di diritto, agisca e assolva l’attivista antirazzista, leader di SOS Racismo, Mamadou Ba.

 

L’estrema destra uccide. L’ideologia neonazista, fascista, nazionalista, razzista, xenofoba propaga l’odio, rende popolare la violenza, normalizza l’aggressività, minimizza l’omicidio.

 

All’unisono, i militanti di SOS Racismo difendono un’opposizione attiva alla normalizzazione delle pratiche razziste. E’ necessario essere antirazzisti.

Antonio Pellegrino

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