Malattia di Marburg in Europa: un caso sospetto in Spagna

Malattia di Marburg

La malattia di Marburg preoccupa il mondo

I patogeni presenti in natura ci insegnano che non bisogna mai dare per scontato un mondo privo di pandemie. In Spagna è stato rilevato il primo caso sospetto della malattia di Marburg, una malattia semisconosciuta in Europa ma già conosciuta nel continente africano.

Le autorità sanitarie della regione spagnola di Valencia hanno rilevato il primo caso sospetto di malattia di Marburg, una malattia infettiva simile all’ebola provocata da un virus molto pericoloso. Il tasso di mortalità della malattia infatti – secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – può arrivare addirittura fino all’88% nei ceppi più  gravi, attualmente non ci sono vaccini o farmaci per curarla.

Un uomo di 34 anni tornato recentemente in Spagna dalla Guinea Equatoriale, presenta sintomi compatibili alla malattia ed è stato immediatamente trasferito in isolamento presso la struttura ospedaliera “La Fe” di Valencia, adesso sarà sottoposto a tutti i test per confermare la presenza della malattia.

La situazione nel continente africano

La Guinea Equatoriale infatti, è alle prese con il virus già da inizio febbraio: il 13 febbraio di quest’anno è stato rilevato un focolaio della malattia e sono state poste in quarantena più di 200 persone. Secondo il ministro della Sanità Mitoha Ondo’o – interpellato da Reuters – i decessi sarebbero già nove. Adesso il governo sta preparando in fretta un piano per effettuare test a campione alla popolazione e intanto sono stati limitati i movimenti nelle città. La zona colpita è il distretto di Nsok Nsomo, a nord del paese.

La sezione africana dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha spiegato la situazione attraverso un comunicato:

Sono state schierate squadre avanzate nei distretti colpiti per rintracciare i contatti, isolarli e fornire assistenza medica a tutti coloro che mostrano sintomi della malattia di Marburg.

<<Marburg è altamente contagiosa. Grazie all’azione rapida e decisiva delle autorità della Guinea Equatoriale nel fronteggiare la malattia – afferma il dott. Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’OMS Africa – La risposta all’emergenza può entrare rapidamente a pieno regime in modo da salvare vite umane e arrestare il virus il prima possibile>>.

Anche il vicino Camerun adesso ha imposto restrizioni, dato l’alto rischio di propagazione dei focolai oltre i confini della Guinea Equatoriale. I movimenti sono stati limitati e i controlli al confine rafforzati.

Come si manifesta la malattia di Marburg

La malattia, nota in precedenza come febbre emorragica di Marburg, è provocata dal Marburg marburgvirus (MARV), un patogeno della stessa famiglia del virus Ebola: le Filoviridae.  Sebbene MARV ed Ebola siano due virus distinti, le malattie che causano sono molto simili, compresi i tassi di letalità.

Il virus è stato scoperto per la prima volta nel 1967 a seguito di due epidemie di febbre emorragica avvenute in alcuni laboratori tedeschi, uno di questi situato nella città di Marburg, che ha dato il nome alla malattia. Da quel momento, nel corso del tempo, sono stati registrati sporadici focolai in Africa subsahariana.

Come evidenzia l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il periodo di incubazione della malattia di Marburg generalmente ha una durata di 5-10 giorni, ma sono stati osservati anche periodi dai 2 ai 21 giorni. L’esordio è improvviso e si manifesta con sintomi come febbre alta, forte cefalea, brividi, malessere e dolori muscolari. Sintomi che però potrebbero essere confusi con infezioni di altra natura.

A fare la differenza è il tempo: a distanza di tre giorni dall’esordio, possono comparire crampi, dolori addominali, nausea, vomito e diarrea. In seguito, dai cinque ai sette giorni dopo, possono apparire rash cutanei, febbre emorragica, emorragie gastrointestinali e sanguinamento. In questa fase possono subentrare anche sintomi neurologici come disorientamento, agitazione o convulsioni.

Il tasso di letalità della malattia varia nel range 24% – 88%. La variazione del tasso dipende dalla gestione terapeutica del caso e dal ceppo virale. Se si tratta precocemente la malattia, le possibilità di sopravvivenza possono aumentare.

Come si trasmette

La malattia di Marburg è associata alla frequentazione di ambienti popolati da pipistrelli, come caverne o miniere. Ancora una volta, come nel caso del Covid-19, i pipistrelli hanno avuto un ruolo chiave nella trasmissione del virus. Non è ancora chiaro come sia avvenuto il passaggio verso l’uomo

La trasmissione umana avviene tramite contatto diretto con sangue o altri fluidi corporei infetti, come urina, saliva, vomito o feci. Può avvenire anche tramite contatto indiretto con superfici o oggetti contaminati come vestiti, asciugamani o attrezzature mediche. Il rischio di contagio aumenta soprattutto nelle ultime fasi della malattia, ma non è trascurabile neanche durante il periodo di incubazione. Questi particolari tipi di virus, possono resistere in liquidi o in superfici per molti giorni.

Prevenire il contagio

Come nel caso della pandemia da Covid-19, l’attività di prevenzione principale è quella di interrompere la trasmissione tra uomo a uomo, limitando gli spostamenti o i contatti. Per questo motivo è necessario attuare misure di isolamento e tracciamento capillare degli individui positivi al virus. Sono molto utili i dispositivi di protezione individuale, come le mascherine.

Antonio Pellegrino

Exit mobile version