La storia di Malala Yousafzai è di quelle che lasciano il segno. Il suo coraggio e il suo impegno per il diritto all’istruzione sono noti in tutto il mondo, tanto che le sono valsi il Premio Nobel per la Pace nel 2014. A sei anni dall’attentato che l’ha costretta a lasciare il Pakistan, Malala torna nella sua terra natia.
Un ritorno a lungo sognato
Malala, i suoi collaboratori ed i suoi genitori sono giunti ad Islamabad nella notte tra il 28 ed il 29 marzo con un volo proveniente da Dubai. A rivelare la notizia è stata l’emittente televisiva pachistana Tv Express News, i dettagli del viaggio rimangono segreti per ragioni di sicurezza. La visita di Malala, oggi ventenne, si protrarrà fino al 2 aprile. In occasione del suo incontro col Primo Ministro pachistano Shahid Khaqan Abbasi, la giovane attivista ha tenuto un toccante discorso in cui ha affermato:
“Sognavo di tornare in Pakistan da cinque anni. Ho proseguito gli studi nel Regno Unito, ma ho sempre desiderato muovermi liberamente in Pakistan. Voglio investire nell’istruzione dei bambini”. Poi ha aggiunto commossa: “Non riesco a credere di essere tornata nel mio Paese”.
Lo scopo del viaggio è quello di discutere di prospettive e strategie per la diffusione dell’istruzione nelle aree più arretrate del Paese, con particolare attenzione alla situazione di bambine e ragazze.
Nonostante l’emozione del ritorno, non si sa se Malala, tornerà nella valle dello Swat dove è cresciuta.
Una storia di coraggio
Quello appena raccontato è solo il capitolo più recente di una lunga storia di coraggio. Infatti, Malala ha denunciato per anni il regime di terrore imposto in Pakistan dai talebani nel 2007. In questo contesto, la sua lotta si è incentrata in particolare sul diritto all’istruzione per le ragazze, fortemente osteggiato dal regime talebano. Proprio per queste ragioni nel 2012 la ragazza, allora quattordicenne rimase vittima di un attentato, compiuto dai talebani. Malala venne trasferita d’urgenza all’ospedale di Birmingham nel Regno Unito dove fu curata. Oggi studia all’Università di Oxford. La giovane attivista premio Nobel ha raccontato la sua storia nel libro “Io sono Malala.” Inoltre, porta avanti il suo impegno per l’istruzione femminile attraverso il Malala Fund di cui è la fondatrice.
Il suo arrivo in Pakistan è stato accolto con entusiasmo nonostante l’ostilità di alcuni circoli estremisti.
Gessica Liberti