Quando il make up era un’arma micidiale, il più pericoloso era quello indossato da Elisabetta I ed era ad altissimo contenuto di piombo e mercurio
Si sa, la bellezza non ha età, il suo culto è nato insieme all’umanità stessa, sempre desiderosa di raggiungere la perfezione, ad ogni costo! Peccato che la brama di bellezza costó a molte donne la vita stessa a causa di trattamenti poco salutari e un make up troppo pericoloso. Eh si, in antichità il trucco non era come quello di oggi. Elementi che adesso sono noti come altamente tossici e nocivi, ai tempi di Elisabetta I erano considerati acqua fresca. Molte donne morivano per cause che si ricercavano altrove o per motivi misteriosi. Ma solo con il progresso della scienza si scopre che la maggior parte dei decessi furono causati proprio da avvelenamento da mercurio e piombo (forse anche nel caso della sovrana di Inghilterra). Vediamo com’erano fatti i prototipi di cipria, eyeliner, mascara e rossetto.
Il terrificante make up di ieri
Sin dall’epoca egizia, donne e uomini erano soliti delineare il contorno occhi con quello che ancora oggi è conosciuto come kajal. Questo cosmetico favorito dagli egizi però altro non era che una pasta a base di polvere di piombo, fuliggine e grasso. Il piombo, assorbito dalla pelle, andava ad intaccare le sinapsi neuronali ed era la causa di danni mentali e insonnia, oltre a fastidiose irritazioni.
Spostandosi in Giappone, molto radicata era la cultura della pelle bianca. Per ottenerla si usava l’escamotage di annerire i denti con polvere di ferro per dare più risalto al candore del viso. Esso era ulteriormente sbiancato con polvere di riso unita ad una sostanza detta guano, ricavata da escrementi di uccelli.
Ma un altro tipo di make up decisamente pericoloso era quello utilizzato nell’Antica Grecia. Anche qui viveva lo stereotipo della pelle candida come sinonimo di grazia e bellezza, nonché segno di appartenenza ad un elevato rango. Pertanto, era abitudine delle donne applicare sul volto una sostanza chiamata biacca, costituita da un elemento pittorico a base di carbonato basico di piombo. Secondo la convinzione dell’epoca, la biacca eliminava le impurità, rendendo quindi il viso liscio, ma la verità era che questa sostanza corrodeva la pelle, che infatti cadeva via. L’altro effetto collaterale era la demenza.
La mortale “maschera di giovinezza” di Elisabetta I
Tuttavia, la biacca divenne talmente famosa da giungere fino alla corte di Elisabetta I, la quale fece brevettare la maschera di giovinezza. Questa composizione diventò un vero e proprio cosmetico di grido nell’Inghilterra della Golden Age. Purtroppo nessuno si rese mai conto degli effetti micidiali di tale prodotto. La stessa sovrana d’Inghilterra, nota per la sua pelle perfetta come porcellana e priva di imperfezioni, secondo alcuni storici pagò con la sua stessa vita la sua ossessione per la bellezza. La Regina, infatti, per coprire le cicatrici del vaiolo, arrivava ad indossare uno strato di trucco di 2 centimetri, inoltre, per avere le labbra rosse, usava una tintura a base di mercurio. I sintomi di avvelenamento da mercurio sono: perdita di memoria, estrema irritabilità e depressione, tutti aspetti che le biografie ufficiali riportano negli ultimi giorni di vita della regina.
Per moltissimi anni fu ignorato il pericolo che comportava truccarsi con certe sostanze. Infatti, anche nell’Inghilterra vittoriana la cipria a base di piombo e il rossetto a base di mercurio erano un must. In aggiunta a questo, le inglesi amavano arrossire le guance con altrettanto mercurio. Questo per ottenere il macabro gusto estetico della consunzione, tanto in voga tra Settecento e Ottocento.
Dopo piombo e mercurio, ecco l’anti rughe all’arsenico e il mascara al catrame
Mentre i cosmetici mortali continuavano ad essere utilizzati ignorando le potenzialità letali, alla fine dell’Ottocento viene brevettata la prima crema anti rughe. Si chiamava Laird’s Bloom of Youth e conteneva acetato di piombo e carbonato. Nel 1869, l’American Medical Association pubblicò uno studio in cui si dimostravano gli effetti collaterali dell’uso di questa crema: affaticamento, perdita di peso, nausea, mal di testa, atrofia muscolare, sino al più grave, ovvero la paralisi. Pertanto, in alternativa, la crema antirighe fu sostituita da compresse a base di arsenico, il famoso veleno. Ma non finisce qui, agli inizi del Novecento arriva la moda delle ciglia lunghe e spesse. Pertanto si diffuse il Lash Lure, un prototipo del nostro mascara, ma a base di catrame e carbone tossico. Dopo oltre 60 casi di cecità la Ford and Drug Administration decise di vietarne la vendita.
Bisogna aspettare gli Anni Settanta per eliminare definitivamente il make up pericoloso
Ebbene sì, solo nel 1970 la vendita di cosmetici conteneti mercurio e simili diventò illegale. Ma non prima di aver mietuto altre vittime. Negli anni Quaranta, infatti, si diffuse il Dr. C.H. Berry’s Freckle Ointment, a base di mercurio, il cui scopo era quello di far scomparire le lentiggini.
Per migliaia di anni le brame di bellezza e giovinezza sono costate fin troppo care! Solo il progresso della scienza e della cosmesi ha permesso l’annullamento dei danni da make up. Tuttavia, ancora oggi esistono purtroppo prodotti che, seppur non siano fatali, provocano danni alla pelle se utilizzati in modo esagerato e scorretto. Ma la salute della propria persona vale il raggiungimento di certi canoni estetici sempre destinati a mutare?
Silvia Zingale