Legato a un palo, condotto in cima a una torre e lanciato nel vuoto: questo il supplizio inferto al maiale lanciato dal bungee jumping in un parco nel sud-est della Cina.
Ancora una volta, si è verificato un grave episodio che ha visto gli animali sfruttati come mero strumento di intrattenimento e scherno da parte dell’uomo. In Cina, nel parco a tema “Meixin Red Wine Town”, situato nella cittadina di Chongqing, per inaugurare il nuovo bungee jumping, un maiale è stato lanciato da un’altezza di 68 metri. La scelta è ricaduta sul maiale per via dell’imminente Capodanno cinese, che vedrà la conclusione dell’anno del maiale e l’ingresso nell’anno del topo. Il parco ha filmato e diffuso sui social la vergognosa acrobazia, suscitando lo sdegno del web. Nel video, il maiale lanciato dal bungee jumping, comprensibilmente terrorizzato, urla tutto il tempo. Dopo la performance, lo si vede accasciato su un lato, apparentemente privo di sensi. Ma non basta: di lì a poco verrà portato al macello per essere ucciso.
La reazione del parco alle critiche sui social per il maiale lanciato dal bungee jumping
Il parco ha prontamente risposto alle critiche degli utenti del web emanando un comunicato, in cui si legge:
Accettiamo sinceramente le critiche e i consigli ricevuti e ci scusiamo con il pubblico. Miglioreremo il nostro marketing per fornire ai turisti servizi più adeguati.
Oltre alle scuse per il pubblico, però, il parco non ha rivolto alcun accenno di pentimento nei confronti del maiale lanciato dal bungee jumping, vera vittima di questa triste vicenda. La rabbia che nasce dal guardare un essere senziente indifeso e ignaro di quanto sta per accadergli, esposto al pubblico ludibrio, non si placa certo leggendo queste dichiarazioni. Un maiale lanciato nel vuoto non ha nulla a che fare col marketing e coi servizi offerti ai turisti. E ancora, c’è chi ha tentato di giustificare l’accaduto affermando che il maiale era destinato al macello. Non ci sarebbe stato nulla di male, in quel caso, a imporgli ulteriori sofferenze per il divertimento del pubblico, che ride di fronte all’atroce spettacolo.
Ad oggi, in Cina non esistono leggi che tutelino i diritti degli animali contro questo tipo di barbarie. Quello che ci auguriamo, è che il moto di indignazione per l’accaduto possa portare a una profonda riflessione e revisione della posizione degli animali nella società e nella legislazione cinese.
Laura Bellucci