Magico Battito. Padre cerca il cuore del figlio

Dove Sei Magico Battito? 

 




Mario Bartoli a 20 anni dalla scomparsa del figlio Christian decide di tappezzare la città con striscioni con la scritta: “Dove Sei Magico Battito?” per risentire almeno una volta il battito del cuore di suo figlio.

Tutto accadde nel Gennaio 1998, quando il figlio appena diciasettenne morì per un aneurisma cerebrale. Era quasi mezzanotte, suonarono al citofono e Mario Bartoli pensava fosse “Chry Chry” (così lo chiamava) al rientro da una festa di compleanno di un amico. Aprendo il portone sentì una voce che lo chiamava per avvisarlo che il figlio stava male, quindi si precipitò di corsa in ospedale ove Christian subì un intervento per emorragia cerebrale.

Da allora sette persone vivono con gli organi donati da Christian.

Mario Bartoli, portuale in pensione, si è dedicato al volontariato accompagnato dalla sua cagnolina Kira, con grandissimo impegno e dedizione verso il prossimo ed il suo desiderio da allora è rimasto quello di poter sentire almeno ancora una volta il battito del cuore del suo Chry Chry. 





Quel battito che lui ritiene magico perché come scrive in suo post: “In questo lungo tempo trascorso da quella serata, tutto quello che ho vissuto grazie a te mi ha portato a desiderare di appoggiare la mia mano su quel petto per risentire nuovamente pulsare il tuo “Magico Battito”  E mentre ascolto quel sublime e “Magico Battito” vorrei raccontare a questa persona tutta la forza che tu “Magico Battito” mi hai trasmesso. Continua poi: “.. ma se il mio grande desiderio Christian di risentire il tuo pulsare non s’avvererà, io comunque il tuo “Magico Battito” l’ho udito in tutte quelle volte che alzando gli occhi al cielo io ti mandavo un bacio per ringraziarti dell’aiuto e la forza che mi avevi donato per realizzare una storia così bella e significativa.”

 




Egli ha atteso molto tempo prima di cercare il “Magico Battito” per una forma di discrezione, non volendosi imporre nella vita di persone che avevano già sofferto e per paura che le stesse si sentissero in debito.

I genitori non dovrebbero mai sopravvivere ai propri figli, è un castigo immane, è innaturale. Quel figlio “perso” non se ne andrà mai dal cuore, dalla mente e dall’esistenza di un genitore. 

 

Raffaella Presutto

 

 

 

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