Vincitore del Leone d’oro 2002, Magdalene denuncia le atrocità della comunità cattolica irlandese. Il film, scritto e diretto da Peter Mullan, è doloroso da guardare. Soprattutto se si pensa che è tratto da una storia vera.
Le case Magdalene erano istituti femminili che avevano il compito di riabilitare quelle donne ritenute immorali dalla Chiesa Cattolica e dalla società irlandese. Tali istituti erano gestiti da suore. Le donne erano obbligate a seguire regole rigide e a lavorare duramente; il più piccolo errore era punito severamente. Le donne – generalmente adolescenti – potevano lasciare le case della Maddalena solo quando le suore lo ritenevano opportuno. Molte di loro vi trascorsero tutta la vita. Il loro lavoro non era retribuito: un vantaggio indiscutibile per le entrate degli istituti.
Il film di Mullan è ambientato nel 1964 e segue le storie di tre giovani mandate in una casa Magdalene per ripulire le loro anime dal “peccato”. Rose ha concepito un figlio fuori dal matrimonio; Margaret è stata violentata da un cugino; Bernadette, bella e spregiudicata, attira l’attenzione dei ragazzi. Le tre ragazze sono considerate peccatrici in un’Irlanda cattolica e ancora profondamente conservatrice.
Bernadette, Rose e Margaret scoprono una vita di privazioni, lavoro estenuante e violenza fisica e psicologica. Rose perde anche il suo nome: Madre Bridget, la superiora, la ribattezza Patricia. Le ragazze indossano severi abiti marroni, non percepiscono un salario e consumano pasti frugali. La loro colazione, costituita da una scodella di porridge, è in netto contrasto con i pasti abbondanti e nutrienti delle suore. La più piccola infrazione viene punita con umiliazioni e castighi corporali.
Nel convento, le ragazze conoscono Harriet, chiamata Crispina dalle suore. La giovane è mentalmente disabile e, come Rose, ha avuto un figlio fuori dal vincolo matrimoniale. Crispina è l’oggetto delle attenzioni morbose di un prete, il quale la molesta sessualmente prima di ogni messa. Con l’aiuto di Margaret, il sacerdote viene smascherato, ma è Crispina a pagare il prezzo più alto. Pur di non far trapelare la scomoda verità, viene rinchiusa in un istituto psichiatrico, nel quale muore pochi anni dopo.
Dopo quattro anni nella casa Magdalene, Margaret riesce a tornare a casa grazie al fratello minore. È finalmente libera, ma la terribile esperienza la perseguiterà per tutta la vita. Bernadette convince Rose a fuggire («Io non voglio sentirmi così per tutta la vita.»). Dopo aver minacciato le suore, le due riescono a scappare. Anche loro, come Margaret, non riusciranno mai ad archiviare completamente la sofferenza di quei quattro anni.
Magdalene è senza dubbio un film che lascia il segno. Un film che riuscirebbe a turbare chiunque, perché mette a nudo segreti che nessuno vorrebbe conoscere. L’ultima casa Magdalene è stata chiusa nel 1996. È difficile credere che luoghi del genere siano esistiti fino a poco tempo fa. Il film di Mullan vuole dare giustizia a tutte quelle donne sfruttate, maltrattate, private dei diritti più basilari. Questo film è per tutte le Rose, Margaret, Bernadette e Harriet del mondo.
Veronica Suaria