“Viviamo un periodo di transizione: ormai coscienti di non poter più trarre alcun vantaggio da spargimenti di sangue e violenze territoriali, oggi le Mafie 3.0 sono più simili ad aziende, brand in grado di confondersi nel denso tessuto degli scambi commerciali, soprattutto se digitali” denuncia il Procuratore capo del Tribunale di Napoli Nicola Gratteri
In occasione della presentazione dell’appena pubblicato saggio “Grifone”, scritto a quattro mani con il professor ed esperto di ‘Ndrangheta Antonio Nicaso, il neo Procuratore capo del Tribunale di Napoli Nicola Gratteri non ha mancato di proseguire la sua attività di denuncia ed informazione circa le subdole manovre attraverso cui le mafie si stanno adattando agli sviluppi tecnologici: “Oggi parliamo di Mafie 3.0” esordisce il procuratore, che perentorio ammonisce chi lo ascolta e, contemporaneamente, chi ha negato di farlo negli anni precedenti.
Nella sua fitta agenda il Procuratore Gratteri ha acconsentito ad una breve intervista per Ultima Voce.
Buonasera al dottor Gratteri. Nelle prime pagine del saggio “Grifone” c’è il riferimento alla tendenza di membri di associazioni mafiose verso l’ostentazione del proprio status: da questo punto di vista è possibile notare una denaturalizzazione dell’endemica austerità propria, in particolare, della ‘Ndrangheta?
Buonasera. Le mafie si sono sempre comportate come delle aziende, mutano assieme al mutare sociale: già nella seconda metà del ‘900 le mafie erano solite pubblicizzare se stesse tramite la strategia dei modelli vincenti. Usavano, ad esempio, affacciarsi al tessuto sociale tramite l’acquisto di squadre di calcio, alle quali garantivano un successo sportivo in grado di riflettere la grande capacità concorrenziale di cui erano dotate. ‘Noi siamo il modello vincente’ è lo slogan che ha, fino ad ora, guidato le organizzazioni criminali.
Altro esempio -di cui il dottor Gratteri ed il dottor Nicaso hanno fornito uno spettro con la pubblicazione del saggio “Acqua Santissima”- è la loro prossimità alla chiesa: il farsi vedere vicino ai preti, l’essere perennemente nella cerchia gravitante attorno al sistema parrocchiale, non sono altro che due delle tante strategie di esternazione del potere.
Da un punto di vista puramente concettuale, l’acquisto di una squadra di calcio, il finanziamento per la restaurazione della chiesa di paese ed il postare sui social una foto ritraente macchine e oggetti di lusso rappresentano la stessa cosa, espressione, cioè, di questa esternazione del potere.
Ad esempio, oggi i figli dei malavitosi, in particolare dei camorristi, si mostrano sui social, soprattutto su Tik Tok, e postano qualsiasi elemento possa sottolineare il loro essere ‘modelli vincenti’. Rolex, macchine di lusso e marche rappresentano la garanzia del successo e sottolineano il vantaggio derivante dall’adottare uno stile di vita simile al loro.
La subdola strategia per irretire nuove leve, in altre parole, inizia proprio sui social.
In riferimento al nuovo ruolo che ricopre, cioè quello di Procuratore capo presso il Tribunale di Napoli, ha già avuto modo di analizzare la struttura Camorra? Vede più differenze o punti fermi rispetto alla ‘Ndrangheta?
La ‘Ndrangheta è caratterizzata da una struttura più gerarchica, incredibilmente chiusa ed irrigidita da un’osservanza maniacale verso i dogmi fondanti.
La camorra, invece, è più aperta: caratteristica principale di questa organizzazione criminale, infatti, è la sua poliedricità. Esiste la camorra delle piazze di spaccio, quella delle ‘stese’, quella della gestione di lobby e, infine, c’è quella in grado di districarsi in maniera magistrale nell’oscuro mare del Dark Web, all’interno del quale, così come descritto nel saggio, avvengono la maggior parte dei movimenti di denaro -o meglio cripto-valuta.
La metamorfosi delle organizzazioni criminali è ,dunque, evidente: ma alla luce degli effetti derivanti dagli spargimenti di sangue per strada, di omicidi di innocenti e di coprifuoco imposti a causa delle vendette incrociate tra famiglie di uno stesso quartiere, quali crede saranno gli effetti delle Mafie 3.0?
C’è da sottolineare questo punto: oggi le mafie non hanno bisogno di spargimenti di sangue e violenza. Oggi il potere delle mafie consiste ed è misurabile in funzione del loro indice di corruzione. L’assenza di omicidi non rappresenta un deperimento del loro potere, tutt’altro.
Oggi le mafie sono brand, aziende in grado di sviluppare enormemente il proprio potere d’acquisto a causa dell’assoluta amoralità del mercato -possiamo sostenere che il tasso di amoralità e quello di corruttibilità, dunque, sono gli indici che rivelano il reale stato di salute del mercato mondiale.
Tra cinque anni andrà in pensione: cosa crede di aver dato in lascito alle future generazioni?
Penso che nel corso di questi anni sono riuscito a ridare fiducia a migliaia di persone; credo di aver convinto molti a credere nella giustizia e, soprattutto, a convincere i più che delinquere non conviene. Mai.
Grazie mille Procuratore.
La metamorfosi delle organizzazioni criminali, spiega in maniera dettagliata Nicola Gratteri, non è da intendersi come sviluppo, bensì come elemento costante, come caratteristica darwiniana endemica ad esse.
Il fatto che a rappresentare oggi il braccio armato delle mafie non siano più uomini e kalashnikov ma hacker comodamente seduti sulle poltrone di casa propria non va inteso come atto conclusivo di una lotta che sembrava non dovesse terminare mai, quella, cioè, tra giustizia e organizzazioni criminali. Le Mafie 3.0, che si palesano, irretiscono ed agiscono sotto lo sguardo ignaro o quasi della maggior parte di noi, sembrano non aver mai avuto così tanto spazio di manovra.
Alla luce del fatto che il 2024 rappresenterà l’anno di svolta per la politica mondiale -anno in cui si voterà come non mai nella storia dell’uomo-, le capacità delle Mafie 3.0 di corrompere e di direzionare le informazioni potrebbero realmente rappresentare l’arma in più per la sostanzializzazione del potere.
Il culmine dei rapporti tra la politica e quella che nella narrazione dell’ultimo decennio del secolo scorso è stata definita anti-politica, in altri termini, è ancora lungi dal palesarsi; tanto basta per non riferirsi ai complessi sviluppi delle organizzazioni criminali con la sufficienza di chi fa di queste un tabù o, peggio, di chi considera le analisi ad esse relative alla stregue di trattazioni agée.