Mafia nel Salento: dopo 30 arresti, indagato anche un sindaco

Mafia nel Salento

I carabinieri del Comando provinciale di Lecce hanno individuato un clan mafioso emergente attivo nel Salento. Questo era attivo in particolare nei comuni intorno a Maglie, ma in contatto con altri gruppi della Sacra Corona Unita.

Tra gli indagati c’è anche il sindaco di Scorrano, Guido Nicola Stefanelli, eletto nel 2017 con la lista civica ”La svolta giusta” e ora accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La motivazione dell’accusa sarebbe la promessa, da parte di Scorrano, agli appartenenti del gruppo mafioso l’aggiudicazione di appalti e servizi pubblici. In cambio Scorrano avrebbe ottenuto sostegno da parte dei rappresentanti della mafia nel Salento in competizioni elettorali di suo interesse.

Sui 30 arresti effettuati, 19 sono finiti in carcere, mentre 11 agli arresti domiciliari, tutti con l’accusa di associazione di tipo mafioso oltre che, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cuore pulsante dell’attività criminale),danneggiamento seguito da incendio, detenzione abusiva di armi e di materie esplodenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, minaccia aggravata, porto abusivo di armi, sequestro di persona e violenza privata. Ben 37 persone indagate sono invece a piede libero.

Dagli accertamenti investigativi è emerso che a capo del clan ci sarebbe stato Giuseppe Amato, di 63 anni, di Scorrano, detto ‘Padreterno’, volto noto della mafia nel Salento.

Le parole di Salvini al riguardo


Il nostro Ministro dell’Interno si è detto molto contento
 dei risultati dell’indagine condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della compagnia Carabinieri di Maglie e cominciata dal settembre 2017:



“Trenta arresti per mafia in provincia di Lecce: i carabinieri hanno stroncato un gruppo criminale emergente. Grazie a Forze dell’Ordine e inquirenti! La pulizia non si ferma: avanti tutta!” ha detto Matteo Salvini.

Salvini non ha mancato l’occasione di congratularsi neppure per l’altra grande operazione contro la mafia, quella della ‘Ndrangheta in Emilia . In questo modo smentisce, quantomeno sui social, la famosa accusa di “ministro della malavita”.  Se il vicepremier sia coinvolto in attività illecite non lo sappiamo, non possiamo dirlo e non ce lo auguriamo, ma attira sicuramente l’attenzione il fatto che nella sopracitata azione legale in Emilia sia stato incastrato un esponente di Fratelli d’Italia, partito suo alleato.

Francesca Santoro

 

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